The Pride
Luca Zingaretti sarà in scena da giovedì 12 a domenica 15 gennaio 2017 al Teatro Sociale di Trento nel doppio ruolo di regista e interprete
«The Pride è un testo splendido, ma difficile, e gli amici mi sconsigliavano di farlo – ha confessato Zingaretti a Candida Morvillo in un'intervista pubblicata da Io Donna – con due storie parallele e un argomento caldo per modo di dire, perché facciamo tutti i liberali, ma i pregiudizi sono ancora tanti. Mi attirava così tanto perché parla dell’identità, del coraggio di scoprire chi si è, di prenderne atto, e agire di conseguenza. Pochi di noi vivono la vita che si sono scelti e non parlo del fatto che uno voglia essere miliardario, ma di un interrogarsi che apparteneva a qualche generazione fa. Quando da ragazzo facevo politica, ci chiedevamo sempre se le nostre scelte fossero nostre o indotte da altro. Oggi i giovani vogliono solo uniformarsi alla massa, come se non ci fosse più un altrove.»
Luca Zingaretti sarà in scena da giovedì 12 a domenica 15 gennaio 2017 al Teatro Sociale di Trento nel doppio ruolo di regista e interprete di «THE PRIDE», quarto appuntamento con la Stagione di Prosa 2016/2017 del Centro Servizi Culturali Santa Chiara.
«THE PRIDE» è un testo enigmatico che racconta due storie che si svolgono in periodi di tempo lontani tra loro: il 1958 e il 2015.
Londra 1958. È una serata speciale. Sylvia, una ex attrice reduce da un esaurimento nervoso, sta lavorando alle illustrazioni del libro di Oliver, uno scrittore per ragazzi giramondo che la donna non vede l’ora di presentare al marito, Philip. I tre escono a cena insieme e, quando i due uomini si incontrano, comincia tra loro un gioco che maschera un’attrazione impossibile da affrontare esplicitamente.
Londra 2015. È una serata da incubo. Oliver, un giornalista gay, a causa dei suoi continui tradimenti ha appena rotto con Philip, un fotoreporter con il quale ha avuto una storia durata due anni. Sylvia, amica di entrambi, cercherà di indagare i motivi per cui Oliver sta cercando di sabotare una relazione importante come quella che aveva con Philip.
I due racconti procedono a scene alterne e sono interpretati dagli stessi attori che danno vita a personaggi che portano lo stesso nome. Luca Zingaretti è il doppio Philip, Valeria Milillo è per due volte Sylvia e Maurizio Lombardi si sdoppia nel ruolo di Oliver, mentre ad Alex Cendron sono affidate le parti di raccordo. A prima vista, le due storie sembrano del tutto estranee l'una dall'altra, a parte i nomi dei personaggi. Ma via via che ci si inoltra nelle due vicende, si scoprono echi, rimandi, problematiche che invece hanno molto in comune.
La pièce esplora temi come il destino, l’amore, la fedeltà e il perdono. Pone la grande questione della nostra identità e delle scelte che determinano il nostro io più profondo.
«In entrambe le storie si parla d’amore, sia pure declinato in modi differenti – afferma Luca Zingaretti in un'intervista rilasciata a Emilia Costantini per Il Corriere della Sera – e parlare d’amore oggi, nell’orrore delle guerre in corso, mi pare un tema caldo: l’amore sembra scomparso dai nostri orizzonti. Affrontare poi la problematica del legame omosessuale, in questa nostra Italia che ancora fatica a stare al passo con la legislazione in materia con gli altri paesi dell’Unione europea, mi pare significativo. Ma c’è un altro tema, altrettanto importante, che mi ha profondamente interessato in questo testo. Qui si parla dell’identità dell’individuo, il suo sapersi riconoscere per quello che è veramente e, di conseguenza, l’agire in funzione di tale riconoscimento. In altri termini, chi siamo veramente, cosa vogliamo dalla vita e se saremo in grado di raggiungere i nostri obiettivi».
11/01/2017