L’incontro tra San Francesco e il sultano, tra mistero e apertura

Platea gremita questa mattina al Teatro Sociale. Domenica prossima al Teatro Zandonai di Rovereto si parlerà invece di Marco Polo

Platea del Teatro Sociale gremita questa mattina per il terzo appuntamento con le “Lezioni di Storia”. Il dialogo interreligioso e i rapporti tra Islam e Cristianesimo protagonisti dell’intervento di Amedeo Feniello, docente di Storia medievale presso l’Università degli Studi dell’Aquila

Un incontro di cui si sa poco o nulla, ma che è unanimemente considerato uno degli elementi portanti nella storia del dialogo interreligioso e che già all'epoca, stando alle fonti contemporanee, assunse i contorni dell’eccezionalità. L'incontro in questione è quello tra San Francesco d'Assisi e il Sultano d’Egitto, al centro del terzo appuntamento con le “Lezioni di Storia”. Relatore Amedeo Feniello, docente di Storia medievale presso l’Università degli Studi dell’Aquila, che questa mattina al Teatro Sociale di Trento – davanti ad una platea gremita – ha cercato di fare luce sulla figura enigmatica del Poverello (una figura “straordinariamente moderna e medievale allo stesso tempo”, capace secondo Feniello di sfuggire a qualsiasi definizione) e sul contesto geopolitico in cui si inserisce il confronto, datato 1219.

Ma come erano a quel tempo i rapporti fra Oriente e Occidente, fra Islam e Cristianesimo? È bene ricordare che in quegli anni il mondo era scosso dalla quinta Crociata e che in Occidente non vi era alcun desiderio di confrontarsi e capire una realtà così diversa. Semplicemente quelli che vivevano al di fuori della Chiesa erano considerati barbari, persone che vivevano nel peccato. «Al giorno d’oggi tra i due mondi a volte vi è un dialogo, a volte uno scontro di civiltà – ha detto Feniello - ma vi è comunque pur sempre un rapporto». Che nell’antichità, in Occidente, non esisteva. Diversa era la mentalità in Oriente, più improntata al commercio e per questo più incline allo scambio con altre culture. Ai non musulmani veniva imposta una tassa, la Jizya, che garantiva loro una particolare forma di protezione.

Nell’infuocato clima delle Crociate, come detto, si inserisce la missione di Francesco che, dopo alcuni tentativi andati a vuoto, nel 1219 raggiunse il campo di Damietta, sul delta del Nilo, teatro di alcuni degli scontri più sanguinosi, dove incontrò il sultano Malik Al-Kâmil.

La durata dell’incontro, la lingua usata per parlare, i contenuti e le modalità del dialogo rimangono sconosciuti. Le stesse fonti dell’epoca diedero versioni diverse e qualcuno, come Bonaventura da Bagnoregio, arrivò perfino a parlare della prova del fuoco come la soluzione proposta per accertare quale delle due religioni fosse quella “giusta”. E proprio per la mancanza di informazioni, questo momento ha assunto i connotati del “luogo della memoria”; un episodio che si è caricato di letture ed interpretazioni anche contrastanti. Quel che è certo, però, è che quando si parla di dialogo interreligioso e di apertura non si può non parlare dell’incontro tra Francesco e il Sultano. Le “Lezioni di Storia”, ideate dagli Editori Laterza, sono promosse dalla Provincia autonoma di Trento, dalla Regione autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol, dal Comune di Trento e dal Comune di Rovereto, e realizzate con il sostegno di Casse Rurali Trentine, Cavit, Dolomiti Energia e la collaborazione tecnica del Centro Servizi Culturali Santa Chiara.

Domenica prossima al Teatro Zandonai di Rovereto, alle 11, è in programma il quarto appuntamento che vedrà la presenza di Vito Bianchi,archeologo, scrittore e docente all’Università degli Studi di Bari, con un contributo dal titolo “1271 - Marco Polo verso il Catai”. Ingresso libero fino ad esaurimento posti. I biglietti potranno essere ritirati presso le casse dei teatri a partire dalle ore 10.

La partecipazione alle singole lezioni è valida ai fini dell'aggiornamento professionale dei docenti della scuola della Provincia autonoma di Trento. La frequenza di una lezione corrisponde ad un'ora di formazione. 


22/10/2017