Un po' dopo il piombo

Teatro

Trento Oltre

Fort Alamo in collaborazione con Scenaperta Polo Teatrale dell'Altomilanese
Un po' dopo il piombo
(Ce n’ est qu’ un dèbut)
Ideazione e drammaturgia: Giangilberto Monti
Regia: Annig Raimondi
Con: Giangilberto Monti e Roberta Mandelli
Canzoni: Ubi Molinari e Giangilberto Monti
Tracce sonore: Massimo Germini, Gigi Folino e Massimo Faggioni
Costumi: Paola Giorni
Spazio luci: Fulvio Michelazzi

LO SPETTACOLO
Dal 1964 al 1975 Renato Curcio e Margherita Cagol detta Mara si incontrano, si conoscono, si innamorano, si sposano e danno vita alla più nota formazione politica armata degli anni Settanta: le Brigate Rosse. Durante
quegli anni cambia la scuola, il lavoro, la politica, il paese intero. È il mito della rivoluzione e della felicità, del maggio francese e dei suoi slogan - Ce n'est qu'un debut - ma anche dei cattivi maestri e delle pistole che sostituiscono i fiori. È un momento storico irripetibile dove tutto sembra possibile e niente è più certo. È il racconto di un'università di sogno nata in una delle città più tranquille del paese, Trento, dove la follia prevale lentamente sulla voglia di libertà, si propaga a macchia d'olio per l'Italia e spegne anche la storia d'amore e di rivoluzione di Renato e Mara, quando i carabinieri la uccidono in un conflitto a fuoco il 5 giugno 1975. Di lì in poi gli anni di piombo e una strisciante guerra civile spazzeranno via i sogni e i colori di generazioni di italiani, che ancora oggi vorrebbero capire cosa è successo e perchè.

IL DISCO
Nuovo disco di brani inediti per Giangilberto Monti “ce n’est qu’un début” verrà pubblicato esclusivamente in formato digitale, la nuova sfida di un cantautore che ha da poco festeggiato i trent’anni di carriera.
Tratto dal suo ultimo spettacolo, esce in distribuzione unicamente digitale il nuovo album di Giangilberto Monti, Ce n’est qu’un début, ispirato al noto slogan del maggio ’68 (Non è che l’inizio). In undici canzoni una riflessione sugli anni Settanta, dalla nascita della contestazione giovanile nella facoltà di Sociologia di Trento alla genesi delle Brigate Rosse, ma anche ricordi, amori, speranze e tanta voglia di futuro.
In uscita su i-Tunes e nei principali shop digitali nell’autunno 2007, questo disco di inediti in italiano, il primo dopo molti anni, è tratto dall’ultimo spettacolo dello chansonnier milanese, Un po’ dopo il piombo. Con la collaborazione agli arrangiamenti del chitarrista Massimo Germini e un sound ormai consolidato - tra jazz, folk e canzone d’autore - gli stessi musicisti che hanno accompagnato dal 1997 la ricerca di Monti sulla canzone francese (il contrabbasso di Marco Mistrangelo, la batteria di Johannes Bickler, il pianoforte di Diego Baiardi) e altri ospiti: la piva emiliana di Jessica Lombardi, la ghironda di Caroline Tallone, la fisarmonica di Roberto Carlotti, e altro ancora… il tutto mixato da Massimo Faggioni. Tra i brani dell’album, Dopo il piombo è tratto da uno scritto del critico e studioso teatrale Oliviero Ponte di Pino, su musica del pianista jazz Gaetano Liguori, mentre La mia razza, firmata con Mauro Pagani e composta per Mia Martini nei primi anni Novanta, viene per la prima volta eseguita dall’autore. L’uscita dell’album precede di poco la ripresa dello spettacolo su Milano, dopo i successi di Genova e Roma della stagione scorsa.

GIANGILBERTO MONTI
Artista milanese con trent’anni di carriera alle spalle, sempre in bilico fra musica e teatro, dopo la sua lunga ricerca sulla canzone d’autore italiana (Dizionario dei Cantautori, Garzanti, 2003) e l’album sui maudits francesi Léo Ferré, Boris Vian e Serge Gainsbourg, da lui adattati in italiano (Maledette Canzoni, Carosello Records/Warner) ritorna sul mercato discografico ma in versione digitale, perchè se i dischi si vendono sempre meno, non è detto che la musica sia ancora sfinita

Intervistiamo una generazione !
note di regia di Annig Raimondi
Gli elementi che avevo a disposizione per lavorare erano: un testo sull’origine della lotta armata in Italia, scritto basandosi su un ampio materiale documentario, un insieme di belle canzoni di cui alcune così emozionanti da tradire lo stato di fondo dell’autore e un autore-cantautore appassionato e desideroso di donare in scena tutto se stesso.
Intuivo la pulsione di fondo di Giangilberto ma… come raccontare la dinamica della frantumazione di un sogno? Sì. Perché di questo si trattava, raccontare il sogno di una generazione ricca di ideali ma tradita da coloro che avevano preso la strada violenta e sanguinaria.
Dovevo dare forma a questo sogno in pezzi ! Il desiderio di chiarire a se stessi si mischiava alla necessità di comunicare questo conflitto ai propri figli, alle nuove generazioni che non sanno o sanno troppo poco.
Ecco allora che lo scontro generazionale passa attraverso l’idea scenica di un’intervista. In una giornata e mezzo, apparentemente non particolare, si scatena la Storia. Fra il cantautore e la giovane presentatrice radiofonica il motivo d’incontro è una semplice occasione di lavoro, ma l’intervista si ribalta in continuazione. L’intervistato diventa l’intervistatore. E viceversa.
Attraverso frantumi di amori, lettere, sogni, documenti, canzoni, ricordi, registrazioni, spezzoni spezzati per sempre, il dolore che ne sgorga, denso e copioso, si mischia con la gioia e il desiderio di sorridere, strappando le due figure dal racconto autobiografico e restituendole alla dimensione della Storia e della Poesia.

Annig Raimondi ha curato la regia di altri due spettacoli di Giangilberto Monti: La Banda Bonnot e Maledette Canzoni.


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara - Teatri Possibili Trento

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