Nicola Samorì. Scoriada
Giovedì 9 giugno 2011 lo Studio dArte Raffaelli di Trento inaugura la seconda personale di Nicola Samorì. Scoriada, questo il titolo della mostra, mette in evidenza gli ultimi esiti della sua ricerca disseminando lo spazio di frammenti che si attraggono a distanza.
In ogni lavoro linterno è messo in comunicazione con lesterno attraverso una rottura della superficie che, incisa col bisturi, si apre e mostra il rovescio, deposito di colori freschi e intensi come quelli che abitano il dentro del corpo.
Domina la parete di fondo della sala maggiore di Palazzo Wolkenstein lopera Scoriada (400 x 250 cm), che dà il titolo alla mostra; si tratta della scorticatura di uno scorticato, di un dare pelle alle ossa. Il suo impianto monumentale viene testato fino a un punto limite, listante in cui la forma rischia (e talvolta perde) la sua integrità. Anche i marmi presentati per la prima volta ed eseguiti appositamente per questo progetto - si accartocciano, si tendono come pelli o inghiottono sassi quasi fossero materia molle.
Altrove immagini antiche come affumicati dipinti barocchi schiudono a un cascame di colori espressionista, prove di un tempo invertito, come se la stratificazione delle epoche si fosse accumulata a rovescio.
In alcune tavole la pittura sembra invece trasformarsi in un esperimento braille, interamente annerita nelle sue superfici e leggibile solo col tatto oppure oscillando lo sguardo davanti alla caligine che affoga la forma. In questi spessori la scultura torna a essere lanterna della pittura, esprimendo unimmagine che è a tutti gli effetti un bassorilievo, come lo sono le pitture scorticate nelle quali si manifesta una tensione innaturale a prendere le distanze dal supporto, cercando di inventare un corpo a una pellicola che spessore sembra non averne.
In questo spasmo della forma nessun attributo può vantare stabilità, neppure laureola che scivola con la consistenza della cera sul viso Carlo Borromeo, il santo lombardo che chiuse la vita, pare, con una frase che attraversa tutto il repertorio dimmagini in mostra: la candela per far luce deve consumarsi.
Nicola Samorì è nato a Forlì nel 1977. Vive e lavora a Bagnacavallo (RA). Ha preso parte di recente a mostre collettive presso la LARMgalleri di Copenaghen, la Christian Ehrentraut Gallery di Berlino (2010) e la Anhaltische Gemaeldegalerie di Dessau. Fra le altre esposizioni si segnalano: Dei Miti Memorie, Central TAFE Gallery, Perth (2003); Classicism Betrayed, Erdmann Contemporary Gallery, Cape Town (2004); TAC - Un paesaggio chiamato uomo; LAriete artecontemporanea, Bologna (2005); New Works, Studio dArte Raffaelli, Trento (2005); Lapsus, Forte Strino, Vermiglio (2006); Not so private. With my tongue in my cheek, Villa delle Rose, Bologna (2008); Sine die, Museo dArte Contemporanea, Gibellina (2007); Arte Italiana 1968-2007. Pittura, Palazzo Reale, Milano; 9° Premio Cairo, Palazzo della Permanente, Milano (2008).
Nel 2009 ha presentato il progetto Lo spopolatore al Museo di Riva del Garda e al Forte di Nago, seguito da unampia monografica ai Magazzini del Sale di Cervia e negli spazi dell'Antico Convento di San Francesco di Bagnacavallo. Del 2010 è la mostra personale La dialettica del mostro da MarcoRossi artecontemporanea di Milano e linvito al Festival dei due Mondi di Spoleto nella sezione Arte curata da Vittorio Sgarbi.