Medardo Rosso. All'origine della scultura moderna
VI Settimana per la Cultura
28 maggio visita guidata gratuita alla mostra "Medardo Rosso. All'origine della scultura moderna", oltre che a "Il Laboratorio delle Idee", il nuovo allestimento della collezione permanente del Mart
il Mart offre uno sconto del 10% sul prezzo di copertina del catalogo della mostra di Medardo Rosso (editrice Skirà). Lo sconto sarà valido nei giorni 29 e 30 maggio.
Mostra a cura di Luciano Caramel
GAM - Galleria Civica dArte Moderna e Contemporanea di Torino
10 settembre - 28 novembre 2004
Direzione scientifica: Gabriella Belli, Piergiovanni Castagnoli
Contributi critici: Carlo Bertelli, Luciano Caramel, Giovanni Lista
Erano venticinque anni che non si dedicava una grande retrospettiva a Medardo Rosso, lartista che, nellItalia di fine Ottocento, seppe innovare profondamente la scultura, divenendo un caso per i contemporanei a livello internazionale e suscitando tuttoggi numerosi interrogativi interpretativi.
Mai prima dora comunque erano state riunite insieme tante opere di Medardo, molte delle quali esposte per la prima volta in Italia, a ripercorrere lintero iter creativo dellartista: dalla sua prima scultura El Locch del 1880 circa, che giunge dal Minneapolis Institute of Art nella versione originaria e finora inedita - allultimo lavoro: quellEcce Puer del 1906, che pone anche la questione di un possibile avvicinamento del grande scultore al Simbolismo.
Leccezionale eposizione Medardo Rosso. Le origini delle scultura moderna, che si terrà al Mart di Rovereto dal 28 maggio al 22 agosto 2004 curata da Luciano Caramel, con la direzione progettuale di Gabriella Belli e Pier Giovanni Castagnoli già nel titolo esplicita la forza dirompente e la spinta rivoluzionaria del grande artista: il Cézanne della scultura si potrebbe dire - per la capacità che ebbe di forzare il linguaggio scultoreo, così come il pittore francese faceva con la prospettiva. La mostra di Rovereto - che esporrà oltre una sessantina di sculture di Medardo, una ventina di fotografie, una decina di suoi lavori grafici, e quindici opere di grandi autori che furono in rapporto con lartista o da lui influenzati (quali Rodin, Picasso, Brancusi, Mattisse e Boccioni) con prestiti dal Giappone, dagli Stati Uniti e da numerosi musei e collezioni europei - consentirà dunque di rileggere la figura e lopera di Medardo, in passato troppo frettolosamente etichettato come impressionista.
Sarà loccasione per evidenziare il complesso intreccio degli apporti che contribuirono alla maturazione dellartista da quelli formali degli scapigliati a quelli ideologici della seconda scapigliatura, fino agli apporti scientifici del positivismo portandolo a quella fusione, a quel tuttuno di materia e atmosfera, che si può ammirare in opere come La Portinaia, del 1883-1884, di cui verrà esposto il bronzo proveniente dal Toyota Municipal Museum of Art e due cere, una proveniente da Hakone e laltra in collezione privata. Opere in cui Medardo mette in discussione gli statuti della scultura, in cui - attraverso linterazione di oggetto e spazio e la vibrazione dei piani alla luce - fa dimenticare la materia.
Scultura viva è quella di Medardo, nella scelta dei soggetti e nella partecipazione emotiva, come nelle soluzioni compositive, estremamente innovative per la dislocazone libera dei personaggi nello spazio: pensiamo alla bellissima Conversazione in giardino del 1896, uno dei suoi capolavori en plein air.
La ricerca costante di Medardo, la sua tensione verso una scultura di luce capace di emozionare, risulta evidente anche nella rilettura che lo scultore faceva in termini concettuali e con una certa carica ironica delle proprie opere; così come nella nutrita serie delle cosiddette opere di paragone: copie dallantico o da capolavori rinascimentali, daprès anche liberi, oppure addirittura calchi di opere in piena opposizione ai postulati, formali e di poetica, sottesi al lavoro plastico di Rosso. Lo scultore se ne serviva per dimostrare, attraverso il confronto, la maggior verità - nel senso di corrispondenza alla naturale energicità e non isolabilità di ogni cosa - e il superiore valore artistico delle sue opere rispetto a quelle del passato; ma usava anche esporle nelle personali e venderle come opere sue. In mostra ci saranno a tal proposito interessanti esempi come la Testa dellImperatore Vitellio, esposta sia nella versione in bronzo, sia nella versione che Rosso dipinse doro e aprì con un largo taglio sulla nuca: opera acquistata direttamente presso lartista nel 1896 dal South Kensington Museum di Londra ed ora conservata al Victoria & Albert.
Anche lintervento su lavori realizzati in precedenza, mutilandoli, non è raro in Medardo ed anzi diviene negli anni sempre più frequente e deciso: in genere si tratta di operazioni dovute al desiderio di attenuare la descrittività dellimmagine - come nel caso dellEnfant au sein che, modellato nel 1889, nelle versioni successive viene ridotto al particolare del bimbo che succhia il latte ma la ripresa e la rivisitazione costante delle precedenti realizzazioni da parte dello scultore, che prosegue anche dopo il 1906, si può anche dire dia origine a vere e proprie nuove opere. La primitiva sensazione viene dunque rielaborata, sia attraverso luso delle patine - numerose soprattutto nelle cere - sia con i tagli, sia infine con luso di strumenti offerti dai materiali e dalle tecniche della fusione. Tra i tanti esempi: Bambino alle cucine economiche che nel tempo perde la massa volumetrica arrivando ad una lamina sottilissima.
Tra le tante opere eccezionali e le curiosità che saranno in mostra al Mart di Rovereto fino al 22 agosto, e che andranno poi alla Galleria Civica dArte Moderna e Contemporanea di Torino (dal 10 settembre al 28 novembre 2004), che ha prodotto insieme al Mart questa importante esposizione, si possono ricordare la cera - riemersa solo un anno fa sul mercato e legata alla primo periodo di Rosso raffigurante lAetas aurea; lopera Bambina che ride proveniente dalla Kamakura Gallery e mai venua in Italia pima dora; il bellissimo Uomo che legge del Hyogo Prefectural Museum of Modern Art di Kobe, del 1894, che è una delle ultime cere di Medardo ed è anchessa una novità per il pubblico italiano; ma anche uninedita terracruda in collezione privata, piccolissima, conservata in una vetrinetta, con il ritratto dellamico di Medardo, Gennaro Favai datata 1913-14.
Medardo Rosso scrisse Enrico Prampolini, recensendo la quadriennale romana che presentava una retrospettiva sullartista, a tre anni dalla sua morte non solo dischiuse un nuovo orizzonte alla scultura, ma spezzò lincanto della plastica tradizionale e le sue leggi - cioè la forma e il volume, la materia e la statica - per avventurarsi nei regni inesplorati della luce e dello spazio, dellatmosfera e dellambiente.
Parole che restano attuali per definire la modernità di Rosso, la sua dimensione internazionale, il suo ruolo chiave - che in questa esposizione, accompagnata da catalogo Skira, è ben esplicito nellavvento dellarte moderna.
organizzazione: Mart