Mario Rizzi. Il sofà di Jung
Sarà Mario Rizzi - 41 anni, abitazione e lavoro a Berlino - con la sua installazione "Il sofà di Jung", il protagonista della "project room" del Mart di Rovereto, dal 10 dicembre 2004 al 20 febbraio 2005.
Artista ormai apprezzato e affermato a livello internazionale nel suo prestigioso curriculum Rizzi vanta partecipazioni alle biennali di Praga, Tirana e Sydney, un invito al Printemps de Septembre ed al Fresnoy, residenze d'artista alla Cité Internationale des Arts ed all'Amsterdams Fonds voor de Kunst, mostre al P.S.1, al Center for the Visual Art di Gerusalemme, all'Helsinki City Art Museum, alla Galerie Diana Stigter di Amsterdam, al Centraal Museum di Utrecht, oltre alla realizzazione di due progetti a Berlino, alla Künstlerhaus Bethanien e nella S-Bahn Nordbahnhof.
Ultima in ordine di tempo la sua partecipazione - unico italiano invitato - alla Biennale di Sidney, ove ha presentato proprio questa affascinante installazione sonora, coprodotta dal Mart di Rovereto.
Lo sradicamento è il principio fondante del lavoro di Mario Rizzi: la sua condizione di eterno viaggiatore in perenne partenza, in continuo transito.
La mancanza di radici rende l'artista libero di ricercare nei luoghi che incontra stimoli e suggestioni, nelle relazioni antropologiche e culturali che riesce a sondare; d'altro canto la precarietà, il senso del limite e il sentimento attanagliante di nostalgia - per la mancanza di "una comunità di riferimento" e di un rifugio sicuro - emergono evidenti in tutti i suoi lavori, ricercando storie e persone "moralmente" nella sua stessa condizione e dunque spesso realtà di "diversità " e di "emarginazione".
La sua opera nasce dall'incontro con gli altri, dalla relazione tra i suo occhio esterno, il suo fare d'artista, e la realtà medesima, ovvero dai continui interscambi tra chi ha pensato il progetto e la sua estensione.
Il sofà di Jung è la storia di una relazione, di una passione, ma è anche lo specchio della passione di chi guarda e interagisce con l'ìnstallazione che avvolge i visitatori attraverso vibrazioni e suoni.
Di primo acchito sembrano mobili di un alloggio d'epoca quelli collocati da Rizzi: moquette e pareti in tono, mobili di modernariato; ma se si ascolta attentamente si percepiscono voci che bisbigliano nell'aria.
In realtà il lavoro di Rizzi rievoca il famoso studio psichiatrico di Carl Jung e in particolare ricorda il rapporto tra Sabina Spielrein - ebrea russa, che a diciannove anni venne ricoverata a Zurigo nella clinica di Jung, affetta da un grave forma di isteria - e il grande psichiatra
Ad ispirare Rizzi sono stati soprattutto i diari di Sabine, alcuni dei quali rinvenuti a Zurigo solo nel 1977: fino ad allora poco si sapeva della donna alla quale Jung diagnosticò l'isteria psicotica e che, guarita, si dedicò alla medicina divenendo analista e psicologa infantile.
Sabine, uccisa dai nazisti nel 1942, corrispose lungamente con Jung e con il suo maestro Sigmund Freud e influenzò notevolmente il dibattito psicoanalitico di quegli anni.
organizzazione: Mart