La poetica del frammento

Mostra

Il Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento inaugura, venerdì 20 febbraio 2009 alle 18.00, la mostra La poetica del frammento. Ritratti di fauna selvatica nelle opere di Roberto Lemmi.

L'esposizione, che rimarrà aperta fino al 19 aprile, ospita 50 opere pittoriche, vero cuore della produzione dell'artista fiorentino che si distinse per la sua propensione verso la natura ed il genere animalista.
Le scene di natura e di caccia da sempre stimolano attenzione e curiosità: le prime pitture preistoriche parietali (di cui troviamo numerosi esempi anche nella zona trentina con la rappresentazione di stambecchi e cervi all'interno del Riparo Dalmeri, ai bordi dell'Altipiano di Asiago), presentano raffigurazioni che esprimono un intento propiziatorio legato alla pratica venatoria, fonte primaria di sostentamento. Nel Neolitico, invece, tutto cambia e la caccia non è più l'unica possibilità di sopravvivenza. Da quel momento in poi il concetto e l'iconografia stessa della caccia mutano, diventando una sorta di "gioco", un lusso, uno svago, il segno di appartenenza ad un ceto e ad ruolo sociale egemone, ma continuano al contempo ad esercitare un fascino tutto particolare sugli artisti di ogni tempo. La natura, l'ambiente, gli animali sono infatti da sempre punto di riferimento prediletto del mondo dell'arte che trova in essi fonte inesauribile di ispirazione e stimolo.
Il Museo Tridentino di Scienze Naturali accoglie la mostra temporanea, organizzata in collaborazione con l'Associazione Cacciatori Trentini, e patrocinata dalla Presidenza e dall'Assessorato al Turismo della Provincia Autonoma di Trento, intendendo in questo modo declinare ancora una volta la propria missione nel dialogo continuo tra Natura - Scienza e Società, ponendosi dunque come luogo di riflessione e di confronto. Conscio del proprio ruolo di istituzione che incentiva il dialogo, si adopera per mantenere il confronto sempre vivo e costante e non vuole limitarsi alla produzione di buone attività pedagogiche ed alla promozione della ricerca scientifica, ma porsi come ente culturale che si mette in discussione e favorisce il dibattito tra portatori di conoscenze, di opinioni, di ideali. Ora, con questo progetto espositivo il museo apre, dopo il caso dell'energia e dell'evoluzionismo, quello della cultura venatoria.

Roberto Lemmi (1901-1971). Pittore e illustratore fiorentino, ha rappresentato per i contemporanei un punto di riferimento determinante nel panorama artistico italiano a soggetto venatorio e animalista. Fra gli anni '30 e '70 ha raccontato con le sue opere un mondo che oggi non esiste più: i «tempi d'oro» della caccia, descrivendo la natura e gli animali che la abitano con intensità straordinaria e al contempo con una capacità analitica e descrittiva quasi ossessiva. Roberto Lemmi lega indissolubilmente il suo nome a quello della rivista "Diana". Dopo aver frequentato l'Accademia d'Arte a Firenze, dove perfeziona le tecniche di illustratore che lo portano a collaborare con le più importanti case editrici cittadine, nel 1936 incontra l'editore Enrico Vallecchi che lo incarica di realizzare una copertina per la rivista da lui diretta. Questa collaborazione andrà avanti per oltre trent'anni, fino al 1971, anno della scomparsa dell'artista.

Catalogo: a cura di Sandro Flaim, testi di Roberto Basso, Fiorenzo Degasperi, Umberto Raffaelli, 82 pagg., 53 illustrazioni.


organizzazione: Museo Tridentino di Scienze Naturali - Associazione Cacciatori Trentini

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