El Bola
Spagna, 2000
Durata: 88'
Genere: Drammatico
Regia: Achero Mañas
Cast: Juan José Ballesta, Pablo Galán, Alberto Jiménez
Il "Biglia" ha 12 anni ed è cresciuto in un'atmosfera violenta e sordida. La sua situazione familiare, di cui si vergogna, lo rende incapace di relazionarsi con i ragazzi della sua età. Ma l'arrivo di un nuovo compagno di scuola lo aiuterà ad imparare il significato dell'amicizia e gli darà la forza di confrontarsi con la sua famiglia.
European Film Awards Premio Fassbinder Miglior Regista Emergente 4 Premi Goya
El Bola (Il Biglia), ovvero come trasformare una biglia in un tappo di bottiglia per liberare l'adolescenza da un inferno familiare ...
L'idea del film, riassunta in poche parole, trova la sua forza espressiva e metaforica proprio nella sequenza finale, dove "la biglia" di Pablo prende il suo posto lungo la traversina dei binari ferroviari, e, appiattendosi nell'urto contro le ruote motrici, dimostra che è possibile riscattarsi da una sorte avversa e ribellarsi contro la violenza dei padri, che si credono padroni della vita dei propri figli.
Si può seguire la trama del film di Mañas proprio accompagnando il percorso nomadico di questo cuscinetto a sfera: stretto in mano per poterlo accarezzare, finisce sempre per roteare nel palmo del suo proprietario ogni qualvolta l'esistenza si fa dura come nelle mani di Bogey-Queeg in The Caine Mutiny, quasi fosse capace di anticipare la furia aggressiva del padre, che invece mostra nei confronti della sfera d'acciaio un odio irragionevole; assume il valore di un portafortuna, a cui affidare la speranza di essere accettati per quello che si è, quando finalmente si riesce ad assaporare il gusto dell'adolescenza e a scoprire il significato autentico della solidarietà; diventa una nicchia, nella quale rifugiarsi nei momenti di solitudine, o un semplice passatempo, per seguire con sguardo ingenuo e incuriosito le peripezie del suo movimento regolare. La biglia rotola, ma non si rompe e non arresta la sua corsa verso l'ignoto: solo quando muterà la propria forma, smarrendo la natura sferica, finirà per perdere il valore d'uso, conservando però la valenza simbolica della trasformazione avvenuta; proprio come accade a Pablo, soprannominato "il biglia", il ragazzino madrileno che potrebbe essere uscito da una delle opere sull'infanzia di Truffaut, a cui la sorte assegna un'esistenza simile a quella del giovane del film L'argent de poche, con il quale condivide anche le cicatrici che nasconde sulla schiena, testimonianze visibili delle cinghiate ricevute all'interno delle pareti domestiche.
Questa biglia diventa allora la pars pro toto di quello che potrebbe essere il destino di Pablo: finire appiattito sotto un treno per sfidare in gioco i coetanei in una pericolosa gara di riflessi, che il gruppo giudica come una doverosa prova di coraggio da sostenere se si vuole dimostrare di non essere fifoni e vigliacchi, oppure finire appiattito sotto i calci, le percosse e i pugni di un padre incattivito, vittima anch'esso di una disgrazia subita, la morte del figlio maggiore in un incidente stradale, e proprio per questo reo e ancora più colpevole dei suoi gesti efferati...
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organizzazione: Amici del Teatro Rosmini