Dalle Alpi alla Carnia. Arte di confine
Mostra sull’idea del confine come luogo del dialogo e della reciproca conoscenza
Viviamo un tempo dove i confini, purtroppo, stanno diventando sempre più barriera d’acciaio, anziché “fili di seta” ed è anche per tale ragione che la Presidenza del Consiglio della Provincia autonoma di Trento ha voluto promuovere ed allestire a Palazzo Trentini una mostra del tutto particolare e che fa perno, appunto, sull’idea del confine come luogo del dialogo, piuttosto che dello scontro, secondo una vocazione che riassume in sé la storia stessa del Trentino e la sua secolare funzione di ponte fra alcune delle principali culture d’Europa.
Sulla scorta di questa scelta, con la preziosa collaborazione degli Amici della Pinacoteca Pedrazza di Luserna, del pittore furlano Toni Zanussi e con la regia tecnica degli appassionati d’arte della Film Work di Trento, si è così deciso di dar voce a più confini, non solo geografici, ma anche culturali, sociali, economici, artistici e politici, attraverso il parallelismo fra uno dei più promettenti protagonisti dei fermenti culturali viennesi degli anni Cinquanta dello scorso secolo, come il cimbro-tirolese Rheo Martin Pedrazza e l’attuale sensibilità profonda ed indagatrice del grande pittore friulano Toni Zanussi, da sempre attento interprete dei “mondi diversi”.
Il cuore dell’esposizione, inaugurata anche alla presenza del Presidente del Consiglio regionale della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, è dunque l’indagine su questi due artisti e la loro relazione con il concetto di confine, posto che entrambi sono figli di culture e storie dolorose e laceranti, proprio perché la loro arte fermenta soprattutto attorno al confine bellico della Grande Guerra, ma anche al confine fra i blocchi della “guerra fredda” ed al confine fra germanicità, latinità e mondo slavo, che costituisce uno dei nodi sui cui ruota l’intera vicenda continentale.
Confini quindi come luoghi della prossimità; come aperte finestre sul mondo esterno; come terreno d’incontro con l’Altro; come strumenti del dialogo e della necessaria reciproca conoscenza, in una fase storica in cui sembra prendere sempre più corpo invece la volontà di fare di quelle geografie fra i popoli dei laboratori della chiusura, delle officine dell’autoreferenzialità e dei falsi custodi identitari.
L’arte quindi prova a rompere questo perverso schema, proponendosi invece come cartina al tornasole dei territori e delle loro plurali storie che, nel caso appunto dei confini, diventano anche spazi dello specifico e simboli della fragilità umana, vieppiù in un tempo in cui tutto appare privo di certezze e di sicurezze e quindi “friabile” ed indefinito come lo sono appunto tutte le realtà di confine.
Renzo Fracalossi
Nota sui due artisti
Pedrazza e Zanussi: il limite è un “filo di seta” capace di intessere esperienze originali e inedite.
Rheo Martin Pedrazza, nato a Luserna, optante con la famiglia nel 1942. Toni Zanussi, nato a Qualso in una zona di periferia, all’estremo confine orientale dell’Italia. Due artisti accomunati da sensibilità e vicende, culture ed esperienze che hanno interpretato l’idea del confine come risorsa, riscoprendo nel valore della contaminazione, vie di crescita e arricchimento spirituale e artistico.
Il percorso artistico e di vita di Pedrazza e Zanussi insegna di come la frontiera possa diventare risorsa, fonte di arricchimento interiore ed occasione per costruire ponti e per cancellare il senso stesso del limite. Di come il limite possa essere un “filo di seta” capace di nutrirsi proficuamente delle diversità per intessere esperienze originali ed inedite. La fusione di culture e mondi diversi dà vita, nelle loro opere, pur così distanti non solo geograficamente, a produzioni artistiche originali e mai banali, a testimonianza di quante e quali suggestioni possano derivare dalla frontiera vissuta come luogo dell’incontro anziché dello scontro.
Non si tratta di un viaggio comune, ma indubbiamente Pedrazza e Zanussi hanno compiuto nella sperimentazione del confine, due percorsi paralleli. A scavalco tra latinità e germanicità da un lato e latinità e mondo slavo dall’altro. Figlio dell’isola linguistica cimbra, optante nel 1942, Pedrazza ha vissuto il dramma del distacco dalla propria terra; abitante della periferia friulana, anch’essa terra di lingue minoritarie, Zanussi ne incarna tutt’ora ricchezze e contraddizioni.
Ingresso libero.
organizzazione: Presidenza del Consiglio della Provincia autonoma di Trento