Raccontare l'archeologia: storie di uomini e territori
Quattro conferenze per ricostruire il rapporto tra uomo e ambiente attraverso la ricerca archeologica
L’archeologia sarà la protagonista di una rassegna di incontri divulgativi che si svolgeranno al MAG Museo Alto Garda, nella sede del Museo di Riva del Garda, nei giorni 11 e 25 settembre, 9 e 30 ottobre 2020 alle ore 18.00. Docenti universitari, direttori di musei e funzionari di soprintendenze analizzeranno contesti locali, nazionali e internazionali per illustrare l’importanza della ricerca archeologica come strumento per ricostruire non solo la storia dell’uomo nel passato, dalla vita quotidiana agli aspetti culturali, ma anche il rapporto tra le antiche civiltà e l’ambiente in cui si trovavano che ne ha inevitabilmente condizionato il modo di vivere.
Particolare attenzione sarà dedicata al territorio altogardesano, per il quale saranno presentati i risultati delle ultime ricerche su testimonianze e contesti archeologici locali, permettendo così di illuminare periodi e tematiche ancora poco conosciuti e di ricostruire le più antiche fasi del popolamento umano in questo territorio.
Il primo incontro, dal titolo “Scavare nel passato: l'avventura dell'archeologia” si terrà il giorno 11 settembre e sarà affidato ad Andrea Augenti, docente dell'Università di Bologna e autore del podcast di successo “Dalla terra alla storia” su Radio Rai. L'archeologo illustrerà in maniera divulgativa alcune delle principali tappe del lungo viaggio che, tra esplorazioni, grandi scoperte e novità recenti, ha portato l’archeologia a trasformarsi da una mera ricerca di preziose antichità a una rigorosa disciplina finalizzata alla ricostruzione delle attività umane in passato. Ci sarà così l’occasione per parlare di tombe, mummie, città perdute e molto altro, ma si andrà anche “dietro le quinte” per capire come si svolge davvero il lavoro dell'archeologo tra ricerche in biblioteca, lavoro sul campo e moderne indagini scientifiche.
Venerdì 25 settembre Elisabetta Mottes, funzionaria dell’Ufficio Beni Archeologici della Soprintendenza per i culturali della Provincia autonoma di Trento, nell'incontro “Dai cacciatori agli agricoltori. Nuove scoperte sulla preistoria dell'Alto Garda” si soffermerà sulla preistoria dell’Alto Garda, approfondendo i risultati delle recenti indagini archeologiche che hanno permesso di ricostruire il quadro del più antico popolamento del territorio altogardesano e il graduale passaggio da un’economia basata sulla caccia e sulla raccolta di frutti spontanea a quella incentrata su pratiche di agricoltura e di allevamento.
Le celebri statue stele di Arco, rinvenute tra il 1989 e il 1991 e ora esposte nella sezione archeologia del MAG, saranno le protagoniste del terzo incontro, “Donne e uomini di pietra. Le statue stele di Arco”, condotto da Annaluisa Pedrotti, docente dell’Università di Trento, che si svolgerà il 9 ottobre 2020. Sarà così possibile analizzare gli elementi raffigurati su queste statue come le asce piatte, i pugnali triangolari, le alabarde e gli ornamenti, alcuni tra gli elementi caratteristici della prima età del Rame, interpretati come oggetti carichi di significato simbolico e indicativi di un particolare status del personaggio raffigurato. Nonostante i numerosi studi su questi reperti, rimangono ancora sconosciuti significato e funzione: si tratta probabilmente di forme di rappresentazione di personaggi di rango elevato realmente esistenti, di antenati illustri o di divinità.
All’età del Rame è dedicato anche l’ultimo appuntamento “Ötzi: la storia dell’uomo venuto dal ghiaccio. Una mummia contesa da musei, scienza e massa media”, fissato il giorno 30 ottobre: Angelika Fleckinger, Direttrice del Museo Archeologico dell’Alto Adige, racconterà la storia di una delle più importanti, probabilmente proprio la più celebre, scoperta archeologica avvenuta sulle vette della catena alpina. Si tratta ovviamente di Ötzi, la mummia rinvenuta casualmente nel 1991 sulle Alpi Venoste, al confine tra Italia e Austria. L’eccezionale stato di conservazione di questo cadavere, vissuto circa 5000 anni fa, e del suo ricco corredo ha permesso a studiosi e scienziati di ricostruire con estrema precisione la vita quotidiana durante l’età del Rame nell’arco alpino. L’incredibile vicenda della “mummia venuta dal ghiaccio”, tuttavia, super a i confini dell’archeologia, diventando non solo un’eccezionale testimonianza del passato, ma anche un fenomeno di massa conosciuto in tutto il mondo.
I posti sono limitati, si consiglia la prenotazione a prenotazioni@museoaltogarda.it
La rassegna è aperta al pubblico ed valida ai fini dell’aggiornamento per i docenti