A Line Made by Walking |

camminare come esperienza e pratica estetica

Incontri e convegni , Laboratorio

Line Made by Walking è un progetto biennale a cura di Jessica Bianchera, Pietro Caccia Dominioni e Gabriele Lorenzoni realizzato in collaborazione con Panza Collection, APT Val di Non e Urbs Picta.

Si tratta di una linea di pensiero che consiste in un programma allargato di attività per il pubblico nel 2020 e in una mostra dedicata a Long, Fulton, Griffin e Girardi nel 2021.

Il progetto nasce per indagare la relazione tra il tema del viaggio come scoperta di un territorio e la pratica del camminare come esperienza estetica.
L’apice del progetto è la mostra A Line Made by Walking.

Pratiche immersive e residui esperienziali in Long, Fulton, Griffin, Girardi che si terrà tra giugno e ottobre 2021 - realizzata in collaborazione con Panza Collection - presso quattro strutture castellari della Val di Non, con particolare attenzione per Castel Belasi, dove sarà allestito il nucleo centrale della mostra.

Per avvicinarsi alla mostra ma anche per allargare l’orizzonte di pensiero e riflessione sui temi del viaggio, dell’esplorazione, del cammino e della relazione uomo-natura, al di là e attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea, A Line Made by Walking si espande proponendo nel 2020 un public program fatto di interventi ed esperienze pubbliche tra arte, letteratura, cinema e scoperta del territorio della Val di Non.
Nel 1967 Richard Long realizza l’opera A Line Made by Walking, una linea disegnata calpestando l’erba di un prato. Il risultato di questa azione è un segno che rimane impresso solo nella pellicola fotografica e che scompare al rialzarsi dell’erba.
Per la sua assoluta radicalità e semplicità formale quest’opera è considerata un passaggio fondamentale dell’arte contemporanea: da questo momento in poi, l’azione del camminare diventa una vera e propria forma d'arte autonoma.
L’opera di Long apre le porte a un nuovo modo di pensare e di fare arte, che consiste nell’atto stesso di vivere l’esperienza di attraversamento dello spazio.

Con lui e dopo di lui, Hamish Fulton, Ron Griffin e Daniele Girardi sono alcuni degli artisti che nella seconda metà del Novecento abbracciano l’idea dell’attraversamento dello spazio come modo di fare artistico e pratica estetica: un atto che non è la trasformazione fisica di un territorio ma la sua frequentazione, che non ha bisogno di lasciare tracce permanenti e arriva al primigenio rapporto dell’uomo con l’ambiente naturale.

/PUBLIC PROGRAM 2020
Il public program 2020 è pensato come un percorso di crescita collettiva che vede momenti partecipativi alternati a momenti meditativi, coinvolgendo il territorio e i suoi abitanti, i visitatori e i diversi pubblici che lo abitano, anche temporaneamente. Il programma, che si sviluppa durante tutta l’estate, e coinvolge in modo particolare Castel Belasi, è creato in dialogo con il territorio della valle e con la Panza Collection, grazie a cui le opere di Long, Fulton, Griffin e Girardi verranno esposte nei castelli della Val di Non (giugno – ottobre 2021).
Primo e fondamentale momento teorico e operativo site specific di questo public program, che prende avvio con la conferenza stampa di apertura del progetto e prosegue per i territori della Val di Non fino al 28 luglio, è la residenza artistica di Daniele Girardi; gli permetterà di raccogliere materiali di prima mano e materie prime proprie del territorio trentino e della Val di Non, per la creazione dei lavori che andranno poi in mostra. Le modalità operative dell’artista in residenza saranno seguite, documentate e comunicate attraverso i canali del progetto e dei partner. 
Il filmaker Emanuele Gerosa (Rovereto, 1975), infatti, seguirà la residenza creando un lavoro filmico che accompagnerà la gestazione e l’elaborazione dell’esperienza di Daniele Girardi, non solo allo scopo di documentare e testimoniare le sue azioni nella natura ma creando un vero e proprio progetto parallelo di immagini e suggestioni visive che incrociano il paesaggio della Val di Non con la pratica artistica. Questa operazione comunicativa avrà l’obiettivo di approfondire il lavoro dell’artista, far scoprire a un pubblico sempre più allargato la pratica di Girardi e, allo stesso tempo, consentirà di leggere e osservare il territorio esplorato con nuovi occhi e un punto di vista inedito.
I luoghi e i paesaggi della Val di Non saranno i protagonisti di questa ricerca e dunque attraversati, scoperti e riscoperti, in un’esplorazione che coinvolge arte, natura e attività umana, creando relazioni con il territorio e i suoi abitanti.
Tutta la ricerca di Daniele Girardi si fonda su un viaggio interminabile, solitario, nella natura, un andare senza meta che si nutre solo di esperienza e non lascia testimonianza fisica e tangibile del suo agire. Il viaggio diventa allora momento creativo e azione artistica, proprio mentre è esso stesso esperienza: il viaggio non è una transizione finalizzata alla creazione materiale dell’opera, perché è esso stesso l’opera. Tutto il resto, la componente oggettuale del lavoro di Girardi, non è che una “sindone”, una testimonianza dell’esperienza fatta, un mezzo necessario per comunicarla, mostrarla e ricordarla. I video, le installazioni, gli assemblaggi, le invasioni spaziali, le archiviazioni asistematiche hanno un fondamentale elemento comune: non nascono da un progetto in atelier, da una meditata calibrazione del pensiero ma sono il risultato di una lunga e complessa gestazione outdoor in cui l’artista può solo assorbire e accumulare esperienza.
Il public program continua nel mese di agosto a Castel Belasi con una serie di interventi e di proiezioni che vanno ad ampliare e approfondire il progetto. Si inizia l’01 agosto con un talk dei curatori Jessica Bianchera e Gabriele Lorenzoni intitolato Walking, camminare come esperienza e pratica estetica dove si indagherà il rapporto tra arte e ambiente naturale nella storia dell’arte e, in particolare, nella pratica artistica dei protagonisti della mostra del 2021: Richard Long, Hamish Fulton, Ron Griffin e Daniele Girardi.
L’attenzione poi si rivolge alle narrazioni e al linguaggio del cinema attraverso una selezione di film pensata dal regista e direttore artistico del Cinema Teatro Cles Michele Bellio (Cles, 1985) che per l’occasione proporrà al pubblico due visioni: Il cammino per Santiago (2010) di Emilio Estevez e I giorni del cielo (1978) di Terrence Malick. Pellegrinaggio, natura, conflitto interiore e riflessione sono le questioni che accompagnano i protagonisti di questi viaggi esistenziali “in pellicola”.
L’ultimo appuntamento di quest’anno sarà il 28 agosto con un talk poetico e letterario insieme a Davide Sapienza (Monza, 1963), tra gli autori italiani più noti legati al tema del cammino come pratica di vita. Quando lo scrittore sceglie di lasciare la città per andare a vivere in montagna, inaugura una nuova fase di attività e ricerca geopoetica che lo porta a connettersi con nuovi spazi naturali e di scrittura: pubblica I Diari di Rubha Hunish nel 2004 e lavora da questo momento in poi come autore di reportage e traduttore.
A fare da cornice musicale all’intero progetto, la playlist A Line Made by Walking Soundtrack a cura di Manuel Marini: colonna sonora del percorso di un ipotetico viaggiatore solitario che si svolge tra il geografico e l'onirico, un metaforico viaggio spirituale circolare, tipico dei concept album dalla nascita alla morte del protagonista, o per meglio dire dall'arrivo alla partenza nella nostra forma di esistere.

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