Le iniziative politiche dei trentini in Italia e in Austria

05/09/2014 Administrator User
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Le iniziative politiche dei trentini in Italia e in Austria
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I trentini fuorusciti nel regno, mentre s'impegnavano con parecchie iniziative nell'aiuto e nella tutela dei compaesani profughi, non mancavano di seguire gli aspetti politici legati al conflitto. La preoccupazione del futuro amministrativo ed economico della provincia, nella prospettiva dell'annessione all'Italia, li portò all'elaborazione di numerosi studi e memoriali, promossi soprattutto dall'iniziativa del Comitato d'azione di Verona, che venivano inviati ai responsabili del governo. Altri studi, memoriali, relazioni, inchieste, vennero stesi per l'Unione economica nazionale entro la quale si era costituito un comitato trentino.
La maggioranza dei fuorusciti, indipendentemente dalle posizioni politiche, confluì nella Associazione politica degli italiani irredenti, palesemente conservatrice e attestata sulla linea dell'annessionismo di massima, mentre in numero esiguo parteciparono alla Democrazia sociale irredenta, di stampo democratico – radicale. I trentini però, abbastanza contenuti rispetto alle esuberanze nazionaliste ed imperialiste, furono presenti al congresso di Roma delle nazionalità oppresse tenuto nell'aprile 1918 e taluni di essi, come il liberale Antonio Stefenelli, dichiaravano che il futuro confine avrebbe dovuto essere posto a Salorno anziché al Brennero.
A Vienna i deputati trentini, oltre a prendere iniziative per la tutela dei profughi, seguivano gli sviluppi del disfacimento dello stato asburgico dove la guerra aveva ancor più esaltato le rivendicazioni nazionali. Anche i cattolici si erano ormai schierati in difesa dell'italianità del Trentino, rafforzati in tale scelta dal trattamento riservato dall'Austria al vescovo Celestino Endrici, arrestato nel marzo 1916, deportato ed internato perché in sospetto di sentimenti filoitaliani. Nel maggio 1918 Enrico Conci a Praga, nell'ambito di solenni manifestazioni, teneva un discorso a sostegno delle nazionalità oppresse.
Mentre a Vipiteno, nel maggio, e a Bressanone, in ottobre, il Tiroler Volksbund chiedeva l'unità del Tirolo da Kufstein alle Chiuse di Verona ed il diritto di autodeterminazione per tutti gli abitanti, l'impero asburgico conosceva gli ultimi atti della sua dissoluzione. Respinta dal presidente Wilson la richiesta d'armistizio del 4 ottobre, l'Austria, sia pure in ritardo, tentava di risolvere in modo radicale il problema delle nazionalità con il manifesto dell'imperatore Carlo in data 16 ottobre che trasformava l'impero in stato federale. Ma i deputati trentini non tennero nemmeno in considerazione questa proposta istituzionale; il 24 ottobre i rappresentanti trentini ed i liberali adriatici si costituivano in fascio nazionale presieduto dal Conci che, alla Camera, nella seduta del 25 ottobre, a nome dei colleghi dichiarava come i territori italiani entro i confini della monarchia erano da ritenersi ormai virtualmente appartenenti all'Italia. Firmato l'armistizio, i deputati Alcide Degasperi, Enrico Conci e Valeriano Malfatti si recarono immediatamente a Roma per esporre ai rappresentanti del governo i problemi del Trentino all'atto del passaggio dall'Austria all'Italia e per chiedere la conservazione delle strutture autonomistiche.

Da
1/03/1916
A
25/10/1918
Personaggi
Conci Enrico , Degasperi Alcide , Celestino Endrici , Malfatti Valeriano
Codice
48734
codici_personaggi_as_text
50410-50413-50417-50462
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