Ricordando Mario Rigoni Stern a dieci anni dalla scomparsa

Con Giuseppe Colangelo ed Enrico Grandesso

Incontri e convegni

I relatori illustrano e ripercorrono i passi salienti delle opere di Mario Rigoni Stern, aggiornando il profilo critico dello scrittore e riflettendo sui temi universali che la sua narrativa, con forza e mitezza, ha saputo porgere ai lettori come stimolo di riflessione e dovere di umanità.

Tra gli scrittori del Novecento italiano, Mario Rigoni Stern (Asiago, 1921-2008) è emerso negli anni come uno dei maggiori testimoni e interpreti del nostro tempo sofferto. Con il suo romanzo d’esordio, Il sergente nella neve (pubblicato da Einaudi nel 1953) dette una testimonianza magistrale dell’orrore e della follia della guerra, narrando la vicenda sua e dei suoi soldati nella campagna di Russia. In quest’opera, letta e tradotta in tutto il mondo, Rigoni Stern seppe non solo raccontare le sofferenze e i drammi quotidiani degli alpini in quella infernale spedizione, ma anche la solidarietà che nasceva tra i soldati e gli abitanti, e tra i combattenti di diversi schieramenti, vittime comuni di un conflitto bellico deciso dall’alto e che portò la catastrofe in Europa e nel mondo.

Rigoni Stern fu anche autore di fondamentali opere sulla montagna, le sue storie e le sue ricchezze naturali, i suoi semplici protagonisti di un’epoca preturistica: da Storia di Tonle (1978), uno dei maggiori romanzi sull’emigrazione italiana, ad Arboreto selvatico (1991) che attraverso le piante scorre nelle vicende di ambienti e uomini, ieri e oggi, fino all’ultima opera pubblicata in vita, Stagioni (2006).

Costi

Ingresso libero


organizzazione: Biblioteca civica "G. Tartarotti" di Rovereto