Trilogia della villeggiatura

Teatro

Trento a Teatro
Stagione di Prosa

Teatri Uniti / Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa
Trilogia della villeggiatura
di Carlo Goldoni
adattamento e regia Toni Servillo
scene Carlo Sala
costumi Ortensia De Francesco
disegno luci Pasquale Mari
realizzato da Lucio Sabatino
suono Daghi Rondanini
aiuto regia Costanza Boccardi

personaggi | interpreti:
Leonardo | Andrea Renzi
Paolino | Francesco Paglino
Cecco | Rocco Giordano
Vittoria | Eva Cambiale
Ferdinando | Toni Servillo
Filippo | Paolo Graziosi
Guglielmo | Tommaso Ragno
Giacinta | Anna Della Rosa
Brigida | Chiara Baffi
Fulgenzio | Gigio Morra
Berto | Alessandro Errico
Sabina | Betti Pedrazzi
Costanza | Mariella Lo Sardo
Rosina | Giulia Pica
Tognino | Marco D’Amore

Toni Servillo è un artista che imprime ad ogni interpretazione e regia un tocco inconfondibile. Oggi, per la prima volta prodotto dal Piccolo Teatro di Milano, sceglie di lavorare su Carlo Goldoni e su un testo affascinante e compiuto come la Trilogia della villeggiatura.

Tre commedie, una sorta di “miniserie del Settecento”, per raccontare la triste educazione sentimentale di quattro giovani, Vittoria, Giacinta, Leonardo e Guglielmo, colti nel momento dei folli preparativi per le vacanze (Smanie), poi nel turbinio di vicende che li travolge sul luogo della villeggiatura in cui la realtà quotidiana viene rimossa (Avventure), infine nell’ora del ritorno in città che chiude un periodo e segna il ritorno alla consapevolezza dei propri limiti (Ritorno).
Al centro dell’ intreccio un nucleo familiare messo in pericolo dalla passione amorosa e dalla dissipazione economica, causata dal forte desiderio di ben figurare in società. A questo si contrappone la consapevolezza dei propri limiti economici e della propria condizione sociale.
«I personaggi principali di queste tre rappresentazioni - scriveva Goldoni nella nota dell’Autore a chi legge – sono di quell’ordine di persone che ho voluto prendere di mira; cioè di un rango civile, non nobile e non ricco, poiché i nobili e i ricchi sono autorizzati dal grado e dalla fortuna a fare qualcosa di più degli altri. L’ambizione de’ piccoli vuol figurare coi grandi, e questo è il ridicolo che io ho cercato di porre in veduta, per correggerlo, se fia possibile».
Tanto Goldoni quanto Eduardo pongono al centro della propria esperienza teatrale l’indagine spietata dell’uomo medio italiano, le cui manchevolezze e miserie costituiscono il tessuto di una classe da sempre latitante nel nostro paese, la borghesia. La Trilogia racconta una vacanza dalla vita che si rivela essere nient’altro che il contenitore di tutto l’orrore, le noie e le isterie della vita stessa. Il risultato finale è una malinconia infinita, perché ciascuno si ritrova davanti a una parete grigia e dietro quella parete grigia c’è un inesorabile temporale.

Ciò che conquista della Trilogia della villeggiatura è la sua assoluta originalità, la sua perfetta architettura teatrale. Sotto i nostri occhi, nello svolgimento delle tre commedie, assistiamo, come se si trattasse di un romanzo, alla trasformazione dei personaggi in “persone” i cui destini, le cui emozioni, ci riguardano e ci toccano profondamente.
Questa trasformazione è visibile soprattutto in Giacinta, che sembra sottrarsi alla propria rappresentazione per rivolgersi, nei suoi monologhi, direttamente al pubblico, alla vita.
I preparativi per la villeggiatura, l’ansia per la partenza, il tempo disteso delle partite a carte, delle conversazioni estive, a cui seguono i silenzi malinconici del rientro in città, hanno una scansione temporale, un movimento emotivo, un migrare sentimentale fatto di attese e delusioni, di speranze e conflitti, di ottimismo ed infelicità.
I personaggi che via via incontriamo sembrano raccontarci un oggi animato dalla necessità di “esserci” piuttosto che di “essere”, da una ricerca ostinata e nevrotica della felicità, dall’incapacità di intravedere, all’orizzonte, novità che sostituiscano le abitudini.
Goldoni ci offre un’analisi lucida e cruda di questo mondo, che è anche il nostro. Un mondo in cui i sentimenti e i destini sono spesso trattati con fredda aridità, alla stregua di una partita doppia.
Toni Servillo


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara