Three easy pieces - Tre pezzi facili
Live Act 06/07
Accademia degli Artefatti - Roma
Three easy pieces - Tre pezzi facili
(ballate sul collasso del mondo)
Di Martin Crimp
Traduzione Pieraldo Girotto
Con Matteo Angius, Fabrizio Croci, Pieraldo Girotto
Scene e costumi Rita Bucchi
Colonna sonora Dj Rasnoiz
Luci Diego Labonia
Regia Fabrizio Arcuri
I testi di Martin Crimp, sono un piccolo studio che è parte di un progetto più ampio dal titolo "dress code: reality". Brevi e rivolti a questioni sociali di cocente attualità, tutti e tre i testi hanno una sorta di distanza dagli accadimenti come se il testo con il suo linguaggio funzionasse quasi da filtro per permettere al contenuto di passare attraverso una modalità diversa, da quella che è l'informazione del fatto accaduto o la sua narrazione, di cui giustamente il teatro non si deve pre-occupare, ma direi una riflessione su come il teatro si possa e si debba occupare di certe cose, la guerra, le sparatorie nelle scuole stile Columbine un po' se mi si permette il paragone come fa Gus Van Sant con il film "Elephant". Ma c'è anche una sorta di leggerezza nelle parole, nell'atmosfera e un comico cinismo che è del personaggio ma non dell'attore. Ecco questo sfasamento questa non totale adesione al personaggio da parte di chi lo interpreta mi sembra una chiave importante di approccio alla drammaturgia contemporanea e viene posta in primo piano nell'intero progetto. Da tre anni stiamo lavorando su questo progetto che a noi diverte definirlo generazione di cerchi concentrici di invenzione che si allargano intorno ad un nucleo di verità, già ma qual'è la verità? Se Fedra era alla base di una desertificazione emotiva emblema delle relazioni contemporanee, Dall'inferno, ultima fatica ispirata e dedicata a Pasolini entra nel merito dell'orrore di tutto il pronunciabile, del meccanismo della comunicazione che crea ed esalta a scapito dell'evento stesso, del labile confine mass-mediologico di realtà e finzione. Ora ci avviciniamo a Crimp e questo per dire che non è un caso che scegliamo questi tre brevi testi perchè continuano un discorso di indagine sulla realtà e le sue possibilità di rappresentazione. Non credo che potrà definirsi proprio uno spettacolo, stiamo lavorando a sketch, ma se in Dall'inferno l'impasse sull'impossibilità di dire ma sulla necessità di dirlo ruotava intorno al fuori sinc, al play-back o alle canzoni cantate dal vivo, ai continui slittamenti di significato, ora questa cosa è risolta da Crimp con una canzone quasi da crooner d'altri tempi (face to the wall), o appunto attraverso dei consigli che sembrano quelli di una trasmissione televisiva di un mezzogiorno nostrano. Insomma similitudini e pensieri che isolati vanno nella stessa direzione nel tentativo di capire, ci hanno fatto incontrare Crimp.
Martin Crimp è uno scrittore di prima classe che riassume in sè il meglio della tradizione modernista inglese, la precisione linguistica di Beckett, la minaccia verbale di Pinter e l'uso ardito della forma della Churchill e si confronta con la tradizione europea del surrealismo, dell'assurdo e del post-strutturalismo. il risultato è una specie di crimpland, un luogo dove le preoccupazioni dell'uomo comune della classe media, dal comprare o vendere casa al trasferirsi in campagna nasconde a malapena un mondo di paure nascoste, sentimenti crudeli e desideri malvagi. Partendo da situazioni quotidiane Crimp al suo meglio riesce a dipingere un quadro di desolazione spirituale. La sua scrittura è sottile, incerta, evasiva, umorale ed evocativa. I desideri e i bisogni umani covano sotto la superficie della vita quotidiana minando i programmi più riusciti e trasformando la sicurezza in panico con grande controllo e intelligenza teatrale Crimp offre una visione critica del declino morale e sociale che è geniale, comico e convincente.
Fewer emergencies (meno emergenze) è un esempio straordinario di come il linguaggio teatrale possa infastidire la nostra comprensione emotiva del mondo attraverso una analisi impietosa dei clichè, delle ripetizioni, delle ellissi, dei vuoti, dei lapsus, tre personaggi raccontano con acida ironia e apparente leggerezza come le cose, nel mondo stiano migliorando.
Advice to Iraqi women (Consigli alle donne irachene) è una breve e terrificante pièce in cui, con un taglio ironico e impassibile vengono offerti suggerimenti per la sicurezza dei bambini come lo farebbe un professionista alle mamme viziate di un paese dell'occidente. La casa è una potenziale zona di guerra per i bambini: gli angoli dei tavoli, le stoviglie, le scale, il cassetto dei medicinali, ma niente paura se succede qualcosa ai vostri bambini chiamate subito il dottore, arriverà subito perché sta aspettando la vostra chiamata, non ha fatto altro durante la vita che aspettarla.
Face to the wall (Faccia al muro) racconta di una sparatoria a sangue freddo in una scuola elementare. Tre persone sembrano avere una discussione su questo omicidio di massa. Ma questa discussione sembra essere una prova per una messinscena teatrale poiché uno dei tre riceve continui suggerimenti da un terzo che lo portano a infuriarsi sempre più fino ad arrivare ad un finale in cui il personaggio si rivela il postino artefice degli omicidi e canta una canzone che Crimp intitola Blues della consegna in dodici battute.
organizzazione: Teatrincorso Spazio 14