Su le scale col blè au | Il ciclope e le sirene

Palcoscenico Trentino - Premio Mario Roat 2008
Spettacoli delle Scuole Superiori Provinciali

Su le scale col blè au
di D. Della Giacoma
C.F.P. "Alberghiero" di Rovereto

Personaggi interpreti
STUDENTE Antonio Labrocca
STUDENTESSA Anna Peterlini
ALDO Daniel Saiani
MARIO Mattia Romani
CARLA Ambra Sasso
BEPINO Loris Mittempergher
TERESA Francesca Mazzalai
ELISA figlia di Aldo Laura Delaiti
VIRGINIO Matteo Isacchi
PRIMO CONDOMINO Marco Folgarait
SECONDO CONDOMINO Nicola Port
LUCA fratello di Teresa Martino Defrancesco
DAVIDE Davide Emanuelli

Collaboratori Dott. Lino Riccadonna, Nives Zandonai, Bruno Vanzo
Referenti progetto Teatro Prof.ssa Rina Zencher, Prof.ssa Giovanna Sighele
Regia Maria Bruna Tomasi Fait

Due studenti svolgono un tema per parlare di un condominio in cui, in una sera, viene a mancare la corrente. I condomini cominciano a uscire dalle rispettive abitazioni, cercando
spiegazioni sull'accaduto e, vista la situazione, cominciano a bisticciare rinfacciandosi i comportamenti di ognuno. Successivamente si trovano tutti nel pianerottolo più grande del palazzo e, mentre sono al buio, cominciano ad accadere fatti strani e diventano amici, fino a che...

Il ciclope e le sirene
tratto da Euripide
liceo "Prati" di Trento

Personaggi e interpreti
ODISSEO Luca Angelini
POLIFEMO Luca Roner
SATIRO Giulia Chesani, Eleonora Grazia, Enrico Serafini
SILENO Luciano Forlese, Emil Tonon
SIRENE Francesca Baldessari, Bianca Bressan, Alessia Callegari, Sara Dellantonio, Elisa Fedrizzi, Delina Goxho, Chiara Marsilli, Giulia Menestrina, Caterina Moltrer

Coordinatrice progetto Teatro Lia Guardini
Tecnico luci Michele Comite
Musiche Eleonora Garzia, Luca Angelini
Michele Comite, Enrico Serafini (al flauto)
Costumi Teatro Incorso Spazio 14
Regia Michele Comite, Novella Pretti

Oggi si recita un dramma inesistente. O meglio, non si recita neppure un dramma in quanto tale, se si va a ripescare l'etimologia greca della parola, che significa, semplicemente, "azione". Perché azione non ce n'è, in questo lungo racconto, l'intreccio di due storie che vanno a confluire in un unico ricordo, una nuova storia. Le parole delle Sirene rievocano le imprese di Odisseo, ne cantano l'astuzia, ma anche la presunzione, le debolezze, lo incitano all'azione, pregano per la sua vittoria o per la sua sconfitta. Come una voce esterna, lo spettacolo si fa spiegazione di sé, si auto-commenta. Fino alla scena finale, speculare conclusione di quella iniziale che aveva dato avvio al ricordo, in cui finalmente narrazione e azione si uniscono, e il tempo del racconto diventa presente, si scontra con la realtà.