Pelle di un orecchio interiore
In esposizione di sculture in ceramica di Anna Grazia Perlini
In "Pelle di un orecchio interiore" presenta forme tornate nuovamente alla loro vocazione di linguaggio puro.
Un lavoro teso all'ascolto sensibile che guida il gesto, permettendole di plasmare forme libere dal linguaggio "gabbia" delle parole.
Una ricerca tendente all'espressione di sinteticità e azione minima che mantengono l'equilibrio sul filo di fantasie barocche.
Passa da veri e puri giochi formali a opere che testimoniano/sono vere preghiere di fronte all'Esistenza.
Anna Grazia Perlini ha una formazione discontinua, da autodidatta. Dopo aver frequentato il liceo artistico, a 23 anni incontra il teatro e la possibilità di “disegnare nello spazio”. Quindi una permanenza di un anno a Berlino. Al ritorno, con un amico realizza una lampada in vetro-ceramica. Apre un laboratorio dove lavora e insegna (1982). E’ del ’91 ’92 l’incontro con una critica di Gillo Dorfles al lavoro di Duchamp (1992 performance “Velo”), che alimenta il bisogno di “ridurre l’azione e cambiare punto di vista”; elabora un metodo per “escludere il controllo” (1995, 1997 “Testimoni” ). Ottenuto un linguaggio minimo e sintetico, decide per una mediazione che le permetta di costruire oggetti di uso quotidiano, ma senza tradire la radice del suo motivo. Nel 2004 apre uno studio laboratorio con vendita al pubblico dove tiene anche corsi. Sono trascorsi più di dieci anni e questa esperienza è ancora viva e carica di energia. In “Pelle di un orecchio interiore” presenta forme tornate nuovamente alla loro vocazione di linguaggio puro.
Percorso espositivo in Biblioteca
PRIMO: Scudo Culla Nudo
L'artista ha seguito un percorso non pienamente consapevole a livello inconscio. Si è disposta all'ascolto lasciando affiorare FORME da un luogo interno. Spettatrice privilegiata di questa visione dove affiorano ORACOLI
Ibrido
Opera centrale si pone al confine tra forma-scultura e forma-oggetto dove la parte superiore debole e MUTA si basa sulla sottostante FORTE e pienamente espressa
SECONDO MOLECOLE: Bacio Caverna Cosmo
Soggetto ultimo è la voce che parla o meglio è quel che dice come un brillio di frammenti di specchio. Le parole affascinanti ma limitate e confuse. Le forme invece, partendo dal loro limite, permettono aperture e nella mente fanno udire il dischiudersi di porte. Nella forma si esprime infine lo spazio interno, lo spazio esterno e il crinale tra l'uno e l'altro.
organizzazione: Biblioteca civica "G. Tartarotti" di Rovereto