Paolo Vivian. Morfologia della Memoria

Mostra

mostra "Morfologia della Memoria"
sculture ed installazioni di Paolo Vivian

Catalogo con testo critico di Marco Tomasini

Inaugurazione Giovedì 10 gennaio dalle 19.30 in concomitanza con l'anteprima della nuova Audi A4
Al pianoforte Jacopo Mazzonelli
Aperitivo con Champagne MUMM, a seguire degustazione di cioccolato VENCHI e distillati dell'Enoteca "Alla fontana di Bacco"

MORFOLOGIA DELLA MEMORIA e PAOLO VIVIAN.
Il 10 gennaio 2008 alle 19,30 nell’hangar AUDI di Dorigoni SpA in loc. Stella 42 Trento.
Sarà inaugurata la mostra di sculture ed installazioni dell'artista Paolo Vivian che ha chiamano il suo progetto "Morfologia della memoria."
Con questo progetto l’artista presenta il frutto di anni di ricerca artistica nel campo della memoria collettiva
4 sculture , 3 installazioni e 4 pannelli esprimono le sue scoperte creative.
La sua arte cerca di investigare la morfologia della memoria nella cultura africana / "Memorie Africa"/,
connessioni tra essere umano e natura /"Colonna Natura" /ed il mondo umano / "L`excess"/.
Nella contemporaneità con Bar-code, Memorie Rosse e Acciaio.
Incontra ancora la creatura umana in relazione di genere e la vita all'ordine del giorno con i totem /Coniglio e Civetta/.
Poesia e provocazione nell’ arte di Vivian che con l'estetica provoca la sensibilità del pubblico.
Allo stesso tempo si innesta un processo più profondo ed intellettuale nel suo soggetto, il lavoro artistico di Vivian pone domande serie sull’esistenza umana
e dopo un dialogo con le sue sculture o installazioni, lo spettatore può trovare la propria risposta.
Questa è la decima esposizione personale, egli vanta inoltre, partecipazioni a più di quindici fra Festival, Concorsi e Simposi internazionali. Lo scorso settembre Vivian era direttore artistico al primo simposio internazionale su pietra e legno del Trentino, "Memorie di Amnesie” in Pergine Valsugana.
PaoloVivian ha nel suo CV premi in eventi di livello internazionale in Italia e Francia, curator project ed esposizioni collettive in Italia ,Francia, Bulgaria .
Suoi lavori sono parte in raccolte pubbliche e private in Norvegia, Francia, Belgio ,Bulgaria, Germania, Spagna ed Italia.
Lui vive e lavora a Madrano di Pergine, Trento.

Con Paolo Vivian, la scultura si crea e vive all’insegna della semplicità e dell’interazione.
Legno, pietra, con l’ausilio di cromatismi, ci parlano di presenze strane ora umane, ora animali, comunque sempre esseri pulsanti di vita. Presenze immolate a un compito esemplare: testimoni di memoria. Perché ciò che sta al loro interno diviene certezza di esistenza nell’incessante trasformazione della vita. Già Eraclito lo aveva detto che tutto cambia continuamente e ogni cosa si trasforma in un’altra. Il “panta rhei”, il tutto che scorre e che è un continuo divenire. E se la vita è in perenne trasformazione, tutto ciò che è accaduto nel passato è quindi a continuo rischio di scomparsa perché, soprattutto nella nostra contemporaneità, gli eventi si susseguono incessantemente e nessuno ha il tempo di lasciare delle tracce. Tutto, le nostre origini, il senso della vita parrebbe scomparire nell’oblio. Ma c’è un filo rosso che lega tutto e che si chiama memoria collettiva, perché non è solo memoria del singolo, ma appartiene a tutti. E noi, appartenenti a un determinato gruppo sociale, tra tantissimi altri gruppi, portiamo appresso le tracce del nostro passato, pronti a trasmetterle alle generazioni successive in relazione alla nostra storia e alle nostre tradizioni. Cosciente che è fondamentale restare aggrappati a quel filo rosso che velocemente si srotola all’infinito, Paolo Vivian realizza dei totem che ci permettono di interagire con quell’infinito che andrebbe avanti anche senza di noi. Le sue sculture hanno quindi una tendenza alla verticalità, un andamento vettoriale che è un collegamento, dal sapore ancestrale, tra terra e cielo, come un passare dal solido allo spirituale. E se Eraclito diceva che tutto tende a trasformarsi nel suo contrario, e che alla base di ogni cosa vige il contrasto e la lotta tra gli opposti, ecco quindi l’eterna dialettica cui l’uomo sottostà, dove dai contrasti emerge un’unità di fondo, un flusso che diviene energetico grazie alla presenza di elementi che denotano la memoria collettiva, come i nostri stati d’animo e la nostra intelligenza. Questi elementi, nei lavori plastici di Vivian si presentano sotto forma di tasselli che si incastonano nella struttura primaria della scultura. Piccoli ma fondamentali frammenti colorati, perché differenti sono i nostri stati d’animo e che rendono vive le sue sculture, annullando in tal modo la staticità delle stesse. Questi parallelepipedi come materializzazioni della memoria collettiva li abbiamo trovati in tante sculture dell’artista, conficcati nelle vene del legno, nei suoi anfratti. Da qualche tempo Paolo Vivian si è focalizzato su queste semplici ed incisive strutture primarie, isolandole dai contesti scultorei nei quali si permeavano, dando loro completa autonomia. Perfetti ed astratti nella loro realizzazione, i cubi colorati si impossessano dell’ambiente anche quello più anonimo come può essere il muro esterno di un’abitazione, influenzandolo e arricchendolo. Ultimamente, questi cubi colorati, in un raffreddamento stilistico progressivo e sempre più volto a un' essenzialità minimalista, si sono aperti, tanto da diventare dei contenitori le cui pareti interne specchianti ci parlano d’ intimità, segreti ed emozioni, memorie che questi serbatoi raccolgono e che ogni spettatore può riempire con il proprio intimo vissuto.

Marco Tomasini