Loie Fuller. Danse des Couleurs

Danza

Brygida Ochaim (Germania)
Loie Fuller. Danse des couleurs

Chi non rimarrebbe affascinato dalla biografia dell'intraprendente americana Loie Fuller? Figura rivoluzionaria dalle mille risorse, donna affarista e futurista vissuta a cavallo tra '800 e '900, Fuller fu la prima artista tecnologica e multimediale della storia della danza. Nata nel 1862 a Fullersberg, nei pressi di Chicago, Loie Fuller ottenne uno strepitoso successo in Europa; in particolare fu molto apprezzata a Parigi, la città che nel 1892 la accolse in modo trionfante. Con l'integrazione della luce elettrica nelle sue performance, la controtendenza del costume ampio che le copriva l'intero corpo rispetto alle ballerine dell'epoca (dalla Bella Otero a Josephine Baker) avvezze a danzare in abiti succinti, Fuller affascinò i poeti e gli intellettuali di fine Ottocento -da Mallarmé a Rodin passando per Debussy- con le sue esibizioni fantasmagoriche, realizzate attraverso il movimento di ampi veli sostenuti da bacchette e illuminati con luci multicolorate capaci di produrre caleidoscopici effetti. Tra i suoi lavori più noti, che ne hanno fatta la ballerina del Liberty e del figurativismo floreale, si ricordano la Danza serpentina, Fire Dance sulla Cavalcata delle Walchirie di Wagner, The Butterfly su musica di Grieg, La Danse Ultraviolette e La Danse du Radium ispirata alle ricerche chimiche sul radio dei Curie.
Straordinaria manager di se stessa, nel 1900, diviene la star dell'Esposizione universale di Parigi ideando e facendo realizzare dall'architetto Henri Sauvage e dall' artista Francis Jourdan un teatro a lei somigliante. Nel perfetto equilibrio di contenitore e contenuto, il teatro proponeva una facciata che era l'incarnazione statica delle forme e dei colori delle danze che lei realizzava all'interno. Ma il vulcano Fuller, non si arresta né con il successo, né con l'esaltazione delle scoperte illuminotecniche; negli anni in cui il cinema diventava la 'nuova arte', si lancia, da vera pioniera, anche in questo settore: intraprende vari esperimenti cinematografici che la conducono, nel 1920 (otto anni prima della scomparsa), alla realizzazione di un film, Le lys de la vie, ideato a partire da un balletto nato su una favola scritta dalla regina Maria di Romania per sua figlia e incentrata sul tema dell'amore non corrisposto.

Brygida Ochaim, danzatrice e studiosa tedesca, è rimasta a tal punto affascinata dalla figura di Loie Fuller che dai primi anni '80 si è quasi interamente dedicata all'analisi della vita e dell'attività eclettica di questa donna rivoluzionaria. Autrice di uno studio approfondito condotto con Gabriele Brandstetter sulla Fuller e curatrice di due mostre a lei dedicate, una alla terza Biennale Danza di Lione e l'altra a Monaco di Baviera, Ochaim è sicuramente la solista più 'fedele' al verbo della pioniera americana e le sue rielaborazioni delle danza fulleriane costituiscono un lavoro fondamentale per la conservazione del patrimonio e per gli studi di filologia della danza. Lunghissime e pazienti le ricerche intraprese per ritrovare le antiche dinamiche del movimento, per confezionare gli abiti fatti di abbondanti stoffe svolazzanti e soprattutto per riprodurre il sistema di proiezioni e di illuminazione che facevano dei lavori della Fuller delle performance a cavallo tra l'arte figurativa, l'installazione e il cinema.

Per la terza volta ospite del Festival Oriente Occidente (dopo le apparizione come performer nel '94 e studiosa nel 2001), Brygida Ochaim torna con una collezione di assoli, alcuni fedeli alla traccia lasciata dalla Fuller, altri di sua invenzione, creati in omaggio alla visionaria danzatrice americana, intitolata Loie Fuller. Danses des couleurs.


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