Lo Schiaccianoci

Danza

Trento a Teatro
InDanza
Natale a Teatro

Moscow Festival Ballet
Lo Schiaccianoci
Musica Pyotr Ilyich Tchaikovsky
Coreografia V. Vainonen, Elena Radchenko
Libretto Marius Petipa dal racconto di Alexandre Dumas e di E.T.A. Hoffman
Scene Lev Solodovnikov
Costumi Elena e Sergey Radchenko

Interpreti
Marie, Marianna Tchemalina, Ekaterina Egorova
Fritz, suo fratello, Irina Ivanova
Drosselmeyer, Padrino di Marie and Fritz, Alexander Daev
Re dei Topi, Evgeny Rudakov
Principe, Ruslan Mukhambetkaliev
Arlecchino, Alexander Lodochkin, Toleu Mukanov
Cossak, Vitaly Zabelin
Bambola, Elena Aytuganova
Danza Spagnola, Maria Klueva, Dmitry Shchemelinin
Danza Indiana, Maria Barcova, Marat Abdrakhmanov
Danza Cinese, Tanaka Junko, Toleu Mukanov
Danza Russa, Elena Khorosheva, Alexander Daev
Danza Francese, Viktoria Krakhmaleva, Irina Ivanova, Savat Abdrakhmanov

Immancabili all’interno della stagione i “classici natalizi”. Quest’anno sarà l’acclamata compagnia russa Moscow Festival Ballet a proporre due dei tre capolavori ottocenteschi di Tchaikovsky-Petipa: Lo schiaccianoci e La Bella Addormentata.

Atto I
È la vigilia di Natale in una cittadina tedesca e per le strade c’è aria di festa. La casa della famiglia Stahlbaum è piena di luci e ospiti tra cui l’eccentrico costruttore di giocattoli Drosselmeier molto amato dai bambini ai quali ha portato regali. Uno di questi regali cade a terra. È uno Schiaccianoci. Comincia la festa e i bambini giocano a moscacieca con Drosselmeier.
Drosselmeier e Masha iniziano a ballare, e gli altri bambini li seguono. Poi lasciano la sala ballando. Tornato alla festa, Drosselmeier appare in veste di mago e prepara alcuni giochi di prestigio e il teatrino dei burattini per i bambini. Alcuni giocattoli (un arlecchino, una bambola e un cosacco) per magia si animano. Ma il regalo più bello è lo Schiaccianoci caduto per terra che Masha raccoglie.
C’è ancora un momento di danza prima che la festa finisca. Il più anziano degli ospiti fa un passo in avanti per ballare il Grossvater. Gli ospiti lasciano la sala. Masha dà un bacio della buonanotte allo Schiaccianoci e si addormenta. Nei suoi sogni vede di nuovo la sala e l’albero di Natale.
Tutti gli oggetti hanno un’apparenza fantastica. Un topo esce da un buco e subito dopo molti topi sbucano da tutte le parti. Nel silenzio l’orologio suona la mezzanotte. Il gufo sull’orologio sbatte le ali. I topi squittiscono e corrono per la stanza. Masha, terribilmente spaventata, si arrampica su una poltrona. Il Re Topo in persona entra. Ma lo Schiaccianoci, a capo del suo reggimento di soldati, si fa avanti in difesa di Masha. Alla guida del suo piccolo esercito, sferra l’attacco. C’è una battaglia e Masha ansiosamente guarda il suo amato. Il Re Topo è sconfitto e scompare con il suo esercito. Drosselmeier trasforma Masha e lo Schiaccianoci in una graziosa fanciulla e in un bel giovane. Iniziano il loro viaggio nel mondo delle fiabe.

Atto II
Iniziano le feste con la serie di danze di carattere: la spagnola, l’araba, la cinese, la russa e il Valzer dei Fiori. Masha e lo Schiaccianoci sono felici e danzano insieme agli altri.

Epilogo
Masha si sveglia. Il meraviglioso mondo dei sogni è finito.

Il Moscow Festival Ballet è stata la prima compagnia di balletto indipendente fondata nell’ex Unione Sovietica. Era il 1989, la Perestroika di Gorbaciov aveva iniziato il suo corso, quando Maris Liepa e Sergei Radchenko decisero di creare un ensemble nella Capitale svincolato dai grandi teatri accademici, orientato ad un percorso di sperimentazione. Oggi, a vent’anni di distanza la storia ha dato ragione ai due intraprendenti fondatori: il Moscow Festival Ballet ha conquistato i palcoscenici di tre continenti grazie ai cinquanta brillanti elementi che lo compongono provenienti dalle più prestigiose scuole di balletto del paese.
Sergei Radchenko, leggendario primo ballerino del Bolshoi ed artista emerito dell’ex Unione Sovietica, ne è da sempre il direttore artistico. Grazie a lui la compagnia ha acquisito un repertorio di tutto rispetto che ai classici romantici e tardo-romantici aggiunge i principali titoli del Novecento come Cenerentola, Romeo e Giulietta e i meno noti a noi occidentali Stone Flower e The Golden Age nei quali la compagnia eccelle.
A Trento il Moscow Festival Ballet si esibisce in due grandi classici: Bella Addormentata e Schiaccianoci, i famosi “secondo” e “terzo balletto” in ordine cronologico della trilogia di Cajkovskij-Petipa.
La bella addormentata nacque nel 1890 a San Pietroburgo. L’idea di tradurre in danza la celebre favola di Charles Perrault - che narra di una principessa punta da un fuso il giorno del suo sedicesimo compleanno e costretta a cento lunghissimi anni di riposo, prima che il bacio di un principe la risvegli e la conduca alla felicità - venne a Ivan Vsevoloskij, diplomatico che occupò il posto di direttore dei Teatri Imperiali russi dal 1881 al 1899. Vsevoloskij, convinto che l’opera dovesse essere la più importante dei Teatri Imperiali, affidò la coreografia al celebre Marius Petipa che non si limitò a comporre le coreografie ma intervenne anche con numerose richieste sulla musica di Cajkovskij, per nulla seccato dell’ingerenza. Anzi nacque uno stimolante “lavoro di coppia” che portò al risultato meraviglioso che tutti conosciamo. Il debutto del balletto, con direttore d'orchestra Riccardo Drigo, ebbe luogo il 3 gennaio 1890 al Teatro Marjinskij con l'italiana Carlotta Brianza nel ruolo di Aurora, Pavel Gerdt (il Principe), Enrico Cecchetti (Carabosse e l'Uccello blu), Marie Petipa, figlia del coreografo, la Fata dei Lillà (ruolo interpretato allora in forma mimica e solo dal 1922 sulle punte). Lo spettacolo ebbe un successo strepitoso e conquistò la critica e gli spettatori tutt’oggi ammaliati da questo gioiello celebrativo della danza accademica, banco di prova tecnico per le compagnie, che restituisce l’essenza stessa del balletto tra virtuosismi concertanti e adagi che infrangono i limiti dell’equilibrio accostando all’esaltazione del codice fantasiosi personaggi prelevati da altre fiabe di Perrault.
Schiaccianoci, invece, nacque due anni più tardi, nel 1892. La versione proposta dal Moscow Festival Ballet non è l’originale di Petipa-Ivanov di cui per altro restano solo pochi frammenti conservati in documenti sparsi ai quattro angoli del mondo, ma una “discendente in linea diretta” che ha segnato la storia del titolo in Russia nel secolo successivo alla sua creazione e che porta il sigillo di Vasilij Vajnonen. Una versione che vide la luce nel 1934 al Kirov e si impose per i successivi trent’anni nel teatro san pietroburghese e non solo. Dal 1939 divenne anche “la versione” del Bolshoi di Mosca, che la interpretò ininterrottamente fino al 1965. Una versione che per gli studiosi non si scosta molto dal libretto originale e nella quale la rispettosa devozione di Vajnonen verso i maestri Ivanov e Petipa si anima di brillanti variazioni sui topoi artistici sovietici e di espliciti rimandi ad altre opere celebri del grande Petipa.


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara