Il mandarino meraviglioso
InDanza 2005/2006
Ballet del'Opera du Rhin - Centre Chorégraphique National
Il mandarino meraviglioso
coreografia: Lucinda Childs
musica: Béla Bartok
dispositivo scenico e costumi: Rudy Sabounghi
luci: Christophe Forey
Il Mandarino meraviglioso ci immerge nell'universo dei bassi fondi di una grande città moderna. Il libretto, che fece scandalo quando venne scritto nel 1926, mette in scena tre malviventi e una prostituta. Avidi, attirano i clienti nel loro covo per depredarli. Una delle loro vittime è un ricco mandarino cinese In questo balletto Bartók fa emergere il realismo crudo e brutale del mondo contemporaneo. Con Il Mandarino meraviglioso, Lucinda Childs crea la sua prima coreografia originale per questa Compagnia alla quale aveva già affidato due delle sue opere, Chamber Symphony nel 1999 e Dance, la sua emblematica coreografia del 2002.
DANCE
Coreografia : Lucinda Childs
Musica: Philip Glass
Film e dispositivo scenico: Sol LeWitt
Luci: Pat Dignan
Ripresa da: Claude Agrafeil
Creazione del 1979 alla Brooklyn Academy of Music di New York
© 1990 Dunvagen Music Publishers
"Quando un dialogo si instaura tra un coreografo e un artista, è generalmente attraverso l'incontro di un vocabolario comune nel quale la creazione plastica e sonora fa eco al movimento del ballerino e viceversa.
E' il caso di Dance creato nel 1979 su musica di Philip Glass e accompagnato da un film e da una scenografia dell'artista minimalista americano Sol LeWitt. Dance si compone di tre parti che alternano dei gruppi di ballerini e un solo.
In origine ogni quadro si caratterizzava grazie a uno specifico Wall Drawing di Sol LeWitt. Era dipinto con colori differenti sui quali erano state disegnate delle figure geometriche fatte da cerchi, linee verticali, diagonali, orizzontali. A queste sezioni colorate era associata la proiezione, su uno schermo trasparente posizionato nel boccascena, di un film con spezzoni o immagini complete di ballerini in movimento, mentre questi ultimi eseguono la coreografia sul palcoscenico, dietro lo schermo.
Questa sovrapposizione di trame virtuali e reali permette di vedere una versione demoltiplicata della coreografia e dello spazio bidimensionale e tridimensionale.
Il linguaggio di Lucinda Childs si basa su una frase coreografica ripetitiva fatta di una gestualità spogliata, minimale e geometrica che, al di là della semplicità apparente, rivela una complessità crescente..."
Jacky Pailley
organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara