Gustav Adolf Merkel. Le Sonate per organo

Musica classica

GUSTAV ADOLF MERKEL
Oberoderwitiz 12.11.1827 ~ Dresden 30.10.1885

Domenica 28 novembre
SONATA N. 2 op. 42 in sol minore
I. Maestoso
II. Adagio
III. Introduzione – Fuga
ANDANTE op. 122 n. 2 in la minore
SONATA n. 9 op. 183 in do minore
I. Allegro
II. Andante
III. Allegro
all’organo: Saulo Maestranzi

Domenica 5 dicembre
FANTASIA E FUGA op. 5 in do maggiore
Allegro maestoso
Andante
Fuga (Allegro moderato)
PRELUDI op. 170 nn. 8 – 10
CHORAL-STUDIEN op. 116 “Wer nur den lieben Gott lässt walten”
ANDANTE op. 122 n. 1 in La bemolle maggiore
SONATA n. 1 op 30 in re minore (a quattro mani)
I. Allegro moderato
II. Adagio
III. Allegro con fuoco - Fuga
all’organo: Paolo Delama – Tarcisio Battisti

La Sonata n. 2 op. 42 in sol minore propone il primo movimento con un introduzione “Allegro maestoso” che con virtuosismi al pedale conduce ad un tema con variazioni, alla fine delle quali c’è una cadenza che permette di ritornare a presentare l’allegro maestoso iniziale a conclusione del movimento. L’Adagio, molto dolce e di concezione orchestrale, si contrappone all’Allegro del terzo movimento il quale è prettamente in stile organistico, infatti dopo un’introduzione a carattere toccatistico si sviluppa in una doppia fuga.
Andante op. 122 n. 2 in la minore è un brano molto meditativo e per certi versi contemplativo. Non c’è spazio per lo “Sturm und Drang” in questa composizione, infatti l’unica parvenza di agitazione contenuta in essa viene subito placata per tornare all’andante affettuoso che caratterizza tutto il pezzo.
La Sonata n. 9 op. 183 in do minore, terminata a pochi giorni dalla morte, ha un’impostazione più rigida della Seconda sonata; il primo Allegro è caratterizzato da una struttura classica in forma-sonata ma nonostante ciò non disdegna suggestivi spezzoni cantabili caratteristici dell’Ottocento tedesco. L’Andante, di contro, è molto arioso e di impostazione decisamente romantica. L’ultimo movimento è un Allegro focoso che contiene una parentesi particolarmente riflessiva seguita da un continuo crescendo per arrivare al finale grandioso.
La Fantasia e fuga op. 5 in do maggiore è tra le primissime opere che Merkel dedicò all’organo. L’impianto si rifà chiaramente al modello bachiano, con l’alternanza e la sovrapposizione di temi in un contrappunto severo e sviluppato. La fuga è ieratica come altre composizioni simili di Bach: la scrittura a cinque voci reali è un esempio mirabile dell’arte contrappuntistica di Merkel.
I Preludi dall’op. 170 appartengono a quelle raccolte di pezzi sparsi in cui Merkel dà prova di una scrittura più libera e descrittiva, dove, tuttavia, non manca l’ispirazione melodica mendelssohniana (Lieder ohne Worte) e le soluzioni armoniche improntate a Schumann. Anche tra le pagine “minori” di Merkel si trovano delle perle di pregevole fattura e di piacevolissimo ascolto. A queste appartiene senz’altro l’Andante op. 122 n. 1 in La bemolle. La forma complessiva del pezzo è tripartita ma al suo interno la struttura appare più complessa. La prima sezione è in forma di lied tripartito. L’intensa e cantabile melodia è distribuita tra le due tastiere che dialogano timbricamente. Il ritorno del tema iniziale, dopo la sezione centrale, presenta un incessante gioco di crome posto in contrappunto con la linea tematica. Un breve intermezzo “Con fuoco” precede una ulteriore ripresa dell’idea tematica iniziale, questa volta accompagnata da un incalzante gioco di semicrome, che termina in una lunga coda in gran parte costruita su un pedale di tonica.

Il Tema e variazioni sul corale “Wer nur den lieben Gott lässt walten” op. 116 è un brano di ampie proporzioni: questa elaborazione sul noto corale presenta dieci variazioni di vario carattere. Vi si riconoscono tratti ispirati sia all’opera di Mendelssohn - in particolare alla Sonata op. 65 n. 6 - che alla sia magistrale lezione delle Partite su corale di Bach. Non mancano però tratti squisitamente personali di carattere intensamente romantico. L’elaborazione in variazioni del corale trova realizzazione con grande fantasia e con raffinata tecnica compositiva. La linea melodica è proposta talvolta alla voce superiore, talvolta a una voce intermedia, talvolta al basso. In una variazione la melodia corale è fiorita. Sapiente l’utilizzo del contrappunto che raggiunge l’apice nella var. n. 3 dove il corale, affidato al pedale, funge da cantus firmus sul quale altre due voci si inseguono in un severo canone all’ottava. Interessante pure l’interpretazione armonica della melodia che nelle variazioni propone soluzioni differenti e originali, talvolta perfino sorprendenti. L’alternanza di pagine di vario carattere conduce piacevolmente l’ascoltatore lungo il brano fino alla virtuosistica ed energica pagina conclusiva.
La Sonata n. 1 op. 30 in re minore a quattro mani e quattro piedi fu composta nell’occasione del Concorso della Tonhalle a Mannheim di cui Merkel vinse il primo premio. Come la sonata di Ruebke (quasi contemporaneo) su una parafrasi del Salmo 94, anche questa sonata è ispirata nei suoi tre tempi da un motto salmico. In particolare l’Allegro iniziale e l’Allegro con fuoco finale (che è una fuga vertiginosa) si rifanno al Salmo 42: “Perché ti abbatti anima mia e ti agiti in me? Spera in Dio, ancora potrò lodarlo, Lui salvezza del mio volto e mio Dio”. L’Adagio intermedio, invece, è tutto raccolto in un melodismo bucolico e trasognato: esso si ispira al Salmo 22 “Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla”. La pagina è trattata in forma di lied tripartito. La prima sezione - in Si bemolle maggiore - ha un carattere apertamente mendelsshoniano. Segue una seconda sezione in sol minore con un delizioso canto al tenore. La ripresa della prima sezione non è pedissequa ma il materiale melodico armonico presenta arricchimenti e nuove soluzioni. Le parti sono equamente divise tra i due esecutori e le difficoltà tecniche si incontrano soprattutto nella parte del pedale, impegnativa e virtuosistica.


organizzazione: Associazione Organistica Trentina "Renato Lunelli" - Comune di Trento Assessorato alla Cultura