Globoremake

Danza

Compagnia Ariella Vidach - A.i.E.P. (Italia/Svizzera)
Globoremake
Prima nazionale

Ariella Vidach ritorna al Festival Oriente Occidente a distanza di un anno in duplice veste di pedagoga e coreografa. In qualità di conduttrice di un laboratorio della durata di una ventina giorni presso il nuovo Centro Internazionale di Formazione, Produzione e Promozione della Danza di Rovereto - che ospita anche altri due seminari condotti da Michele Di Stefano e da Alessandra Sini -, Vidach porterà gli allievi selezionati verso un nuovo approccio alla composizione coreografica e verso l’acquisizione di quella abilità che lei chiama ‘intelligenza corporea’, ovvero la capacità di stare in uno spazio riuscendo ad essere ‘semplicemente presenti’, riducendo il gesto all’essenzialità. Tale consapevolezza sarà fondamentale per l’inserimento degli allievi nel nuovo progetto produttivo della compagnia Ariella Vidach -A.i.E.P. intitolato Globoremake che debutterà nella primavera 2004 e di cui Oriente Occidente presenta una prima tappa di ricerca, frutto anche del lavoro laboratoriale condotto a Rovereto.

Autrice singolare del panorama italiano con un back ground interamente americano che prende le mosse dal contact-improvisation di Steve Paxton e dalla danza astratta di Trisha Brown, Vidach ha sviluppato in questi anni una specificità che consiste nella compenetrazione delle nuove tecnologie digitali sul tessuto coreografico. Da più di dieci anni Ariella Vidach lavora in stretto rapporto con i sistemi di realtà virtuale, la motion capture, l’interazione in tempo reale tra immagini, suoni e movimento, esplora il nuovo statuto del corpo imposto dall’era delle macchine e della protesi in cui viviamo, ricerca un risultato estetico nel dialogo paritetico tra l’uomo e la macchina.

Il pubblico di Oriente Occidente ha avuto modo di vedere la sperimentazione coreografica in un ambiente interattivo-sensibile la scorsa edizione del festival, quando fu presentato il lavoro per quattro interpreti Opus #1; quest’anno potrà invece sperimentare in prima persona l’abitare un ambiente reattivo. Il nuovo lavoro Globoremake prevede che, sia il danzatore che il pubblico diventino gli elementi determinanti nello svolgimento della performance: l’ambiente interattivo sarà esteso dal palcoscenico alla platea e gli spettatori potranno iniziare a relazionarsi, involontariamente prima e volontariamente poi, con i danzatori (meno esecutori di coreografie prestabilite e più ‘permeabili interlocutori’), con le immagini e con i suoni.

Il sistema interattivo utilizzato permette, attraverso la lettura di sei colori (rosso, verde, blu, giallo, cyan e magenta) la generazione di suoni, la loro alterazione di tonalità e intensità. Lo spazio dello spettacolo, che ingloba pubblico e performer, è concepito come un unico grande contenitore monitorato costantemente da più telecamere che, rilevando i sei colori, possono o proiettare fedelmente ciò che ritraggono o rimandare le immagini al computer e farle tradurre in altri segni grafici che a loro volta modificano delle sonorità. Al singolo danzatore-interprete è richiesta la capacità di adattare le coreografie e il proprio stare in scena alle variazioni sonore determinate in tempo reale (e in parte anche casuali) dal pubblico e dagli altri danzatori, ridefinendo così il proprio ruolo. Difficile il percorso preparatorio per raggiungere un tale risultato che richiede grande maturità artistica al performer, una consapevolezza nuova dello spazio, una reciproca tensione e comunione tra tutti coloro che partecipano all’evento e fanno parte, per un’ora, di un ecosistema ‘altro’, al tempo stesso reale e virtuale.


organizzazione: Ass. cult. Incontri Internazionali di Rovereto - PAT Ass. Cultura - Comune Rovereto Ass. Cultura - Ministero Beni e Attività Culturali - Regione T-AA - APT Rovereto - MART Centro Internaz. Danza - ASM Rovereto - Cassa Rurale Rovereto