Concerto di Carnevale

Musica

Concerto di Carnevale
Festino nella sera del giovedì grasso avanti cena
di Adriano Banchieri (Bologna 1568 - Bologna 1634)

Ensemble Vocale “Il Continuo” di Cremona
Soprani: Simonetta Anelli, Cosetta Bozzoni, Angela Tralli
Contralti: Stefania Bellini, Paola Cavalli, Germana Seletti
Tenori: Ivan Cerri, Giuliano Gusberti
Bassi: Massimo Frosi, Silvano Lupi
Maestro del coro: Isidoro Gusberti

Ensemble Strumentale Associazione “Labirinti Armonici” - Complesso Corelli di Trento
Violino e maestro del concerto: Andrea Ferroni
Flauti dolci: Simone Erre
Violoncello Barocco: Gioele Gusberti
Liuto, chitarra e tiorba: Ugo Nastrucci
Violone: Carlo Nerini.
Voce recitante: Sonia Rosset

A seguire brindisi con crostoli e specialità carnevalesche

“Il festino nella sera del giovedì grasso avanti cena”, madrigale seicentesco di Adriano Banchieri (1568-1634), sarà messo in scena dall’Associazione “Labirinti Armonici” di Trento che unirà i musici del Complesso Corelli e il gruppo vocale “Il Continuo” di Cremona.
Una proposta insolita e stuzzicante quella pensata dal maestro Andrea Ferroni, presidente dell’Associazione “Labirinti Armonici” e direttore del Complesso Corelli, che potremo vedere e ascoltare al Ridotto del Teatro Sociale domenica 19 febbraio alle ore 17.00.
“Il festino” di Banchieri è uno dei primi e forse tra i più famosi madrigali rapppresentativi del Seicento. Oltre alla pregevolezza della composizione, agli spettatori è assicurato un vero e proprio divertimento, perché questo, come altri madrigali, si ispira alle situazioni della commedia dell’arte, incarnandone lo spirito popolaresco e anche un po’ grottesco. Come non sorridere di fronte al “Contrapponto Bestiale”, dove Banchieri fa cantare “un cane, un gatto, un cucco e un chiù”, realizzando una caricatura musicale sull’imitazione di versi animali. Era bolognese il bizzarro Banchieri e manifestava in musica quell’esuberanza e grande senso parodistico tipico degli emiliani e nel suo caso, senza abbandonare la polifonia, c’era anche il tentativo di spingere il madrigale verso il teatro, insomma una forma di musical ante litteram.
L’esecuzione di questa raccolta di madrigali e canzonette pone gli esecutori dinnanzi a una serie di problematiche e di sempre nuove scoperte musicali e musicologiche, che ne autorizzano differenti versioni: quella dell’affiancare alle voci gli strumenti, si rivela, fra le altre, quella più appropriata e d’effetto così com’era, del resto, prassi esecutiva.
La scelta dell’organico in simili circostanze era, all’epoca, molto varia e rendeva possibile sia l’inserimento degli strumenti ritenuti necessari per il perseguire del bel gusto o più semplicemente di quelli di cui si poteva disporre al momento dell’esecuzione; a questo proposito le cronache sono testimoni di come, in circostanze festose, gli stessi astanti, sia convitati che cortigiani, imbracciassero gli strumenti e si accostassero agli esecutori raddoppiando ora madrigali ora mottetti o eseguendo canzoni (sonate) tra l’uno e l’altro di questi componimenti propriamente vocali.
Questo è, di fatto, quello che in questo concerto si propone: in un’ideale corte, si immagina che “il festino” abbia luogo e che vari musici s’aggiungano al consort vocale ora raddoppiando, ora inserendovi componimenti di altri autori (qui una Sonata di D. Castello a soprano e basso, e una di B. Selma per basso e b.c.), ora intavolando parti stesse della raccolta.

Informazioni sulla prevendita

Cassa del Teatro Auditorium da lunedì a sabato dalle ore 10 alle ore 19.
Cassa del Teatro Sociale da lunedì a sabato dalle ore 16 alle ore 19.
Casse Rurali Trentine in orario di sportello.

Per la scelta degli strumenti da impiegare si sono seguiti i moderni studi organologici: il Qauto dritto (nelle due taglie di soprano e contralto) e il violino per il raddoppio delle voci femminili e due strumenti di continuo: il Violoncello e il Violone come bassi d’armonia e tre rappresentanti dei liuti appartenenti alla famiglia degli strumenti a pizzico. Questi ultimi, in grado di eseguire accordi, si può dire che abbiano accompagnato per intero non solo il nascere e svilupparsi della polifonia come oggi l’intendiamo, ma siano stati determinanti per l’intero evolversi di tutti gli altri strumenti.
La rilevante presenza nell’iconografia, ora del rinascimentale, ora dell’arciliuto, ora della tiorba, ora della chitarra, è testimone di come fosse possibile in circostanze quali “il festino”, incontrarvi più di un musico impegnato con questi strumenti ad accompagnare le voci e altri musici, per averne, da ciò, spasso e piacere.