Cineprese in concerto

Cinema

Festival Internazionale Wolfgang Amadeus Mozart 2011

Diario di San Pietroburgo. Mozart Requiem
Russia, 2005
Regia di Aleksandr Sokurov
durata 71’
Introduzione di Maurizio Cau

Diario di San Pietroburgo. Mozart Requiem di Aleksandr Sokurov

Con Diario di San Pietroburgo - Mozart Requiem Aleksandr Sokurov, uno dei più intensi e raffinati cineasti in circolazione, prosegue il proprio personalissimo viaggio tra le pieghe dell’arte e dell’anima russa filmando un proprio allestimento del capolavoro mozartiano. La messa in scena del Requiem nella sala della Filarmonica di San Pietroburgo è sì l’occasione per un’immersione nel mondo avvolgente e sospeso del Salisburghese - stilizzato con luci caravaggesche e insolite soluzioni nell’allestimento - ma è al tempo stesso la conferma dell’idea profondamente romantica che Sokurov ha del cinema e della tradizione musicale europea, visti non come ‘mezzi di comunicazione’, ma come espressione di universi autonomi di pura spiritualità.
Con quattro videocamere poste ai lati del teatro più una sul fondo, al lato opposto del coro, Sokurov filma un evento (un concerto) che sembra davvero la ricomposizione di un mondo; lo fa in un modo discreto, apparentemente impersonale, eppure straordinariamente anti-televisivo. Come ha sottolineato il regista, «il montaggio del film non è tradizionale. Non abbiamo cercato di rispettare la successione abituale dei valori dell’inquadratura, né di seguire i solisti, né di sostenere il ritmo dell’'opera musicale attraverso il montaggio. Il ritmo del film è mutevole, non coincide sempre con quello della musica. Lo spettatore segue i cambiamenti della luce, i movimenti degli interpreti, i loro volti, le loro emozioni». C’è il pubblico che entra in sala, poi seguono l’orchestra, il coro, il direttore d’orchestra. Tutti, pubblico e musicisti, sono parte di uno stesso rito, di uno stesso grande evento. Riguardo alla capacità dei media di fissare e raccontare un evento, Deleuze scriveva: «Non credo che i media abbiano abbastanza risorse o una vocazione sufficiente per cogliere un evento. Innanzitutto mostrano spesso l’inizio o la fine, mentre un evento, anche breve, anche istantaneo, continua. Inoltre cercano qualcosa di spettacolare, mentre l’evento è inseparabile dai tempi morti. Il più comune degli eventi fa di noi un veggente, mentre i media ci trasformano in semplici spettatori passivi, al massimo in voyeur. Non sono i media, ma è l’arte che può cogliere l’evento». Il Requiem di Sokurov, in cui tutto continua e risuona da una parte all’altra della sala, è in fondo la conferma di questo assunto: solo l’arte è in grado di catturare, ricreandolo e donando ad esso nuova forma, l’evento.
Maurizio Cau


organizzazione: Festival Internazionale W.A. Mozart a Rovereto