Cinema Futurista
Cinema Futurista
Flora Sarrubbo Voce
Emilio Galante flauto, elettronica
Tiziano Popoli tastiere, elettronica
Omaggio al Futurismo con Marinetti Song Book di Tiziano Popoli (presentato per la prima volta nel 2016 al MART), e due corti di Corrado D’Errico, Stramilano e Ritmi di Stazione
Uno sguardo al futurismo italiano alla vigilia della I guerra mondiale, attraverso le parole e le voci di alcuni dei protagonisti di quel movimento
In TALKING VOICES i brani musicali germinano, ricavano proporzione, armonia e metro dalle caratteristiche melodiche e dalla scansione ritmica del testo recitato. Musiche che traggono origine dalla parola parlata, trascritta in musica: la talking voice diventa materiale musicale lavorato, modificato, esaltato, fonte ispiratrice di tutte la partiture che altrimenti sono eseguite dal vivo
Nel caso nostro, nei brani War e Marinetti Song Book (quest’ultimo presentato per la prima volta nel 2016 al MART e, in questa occasione, interpretato vocalmente da Flora Sarrubbo), la musica è nata sulla cadenza della voce recitante di Filippo Tommaso Marinetti, che interpreta se stesso. La recitazione rimanda al testo nella dimensione della scrittura, in un cortocircuito tra segno, significante, significato
La serata si completa con la proiezione sonorizzata dei due corti “futuristi" di Corrado D’Errico Stramilano e Ritmi di Stazione e con due readings futuristi
A proposito di D’Errico. Una premiata ditta di varietà (Za Bum di Mario Mattoli e Luciano Ramo) che ha prodotto una canzone di successo (Stramilano) ispira o fa da garante produttivo per un'opera del tutto anomala nel panorama italiano ma che, se si vuole, conferma il legame tra lo spettacolo popolare e il futurismo
Corrado D'Errico (1902-1941) giornalista, collaboratore di Mario Camerini e poi regista di finzione, iniziando a lavorare per il Luce, firma un documentario impressionistico, non narrativo, che si allinea con gli affreschi di città sperimentali degli anni '20
Descrivendo, dall'alba a tramonto, una Milano vitale e industriosa e soffermandosi appena un po' troppo (pubblicità occulta?) sulle industrie tessili e sul relativo indotto allora agli esordi: il mercato della moda. L'opera rimane molto attenta (con sovrimpressioni e contemporaneità d'immagini sullo schermo) nell'identificazione anche minimale di situazioni e gesti, applicando una dinamica di sapore futurista che, focalizzando il lavoro, mai dimentica l'elemento umano. Uno stile ed un approccio che D'Errico replicherà in un successivo (1933) Ritmi di stazione, Impressioni di vita n.1 sulla stazione Termini di Roma.
Entrata libera, posti limitati