Caterina va in città
Giovedì al Supercinema
Italia, 2003
Titolo originale: Caterina va in città
Genere: Drammatico
Durata: 90'
Regia: Paolo Virzì
Cast: Sergio Castellito, Alice Teghilin, Margherita Buy, Claudio Amendola, Antonio Carnevale, Paola Tiziana Cruciani
L'avventura nella Capitale della famiglia Iacovoni: Giancarlo è un insegnante di ragioneria animato da propositi di riscossa, che tra le pareti domestiche soffoca di complessi la moglie provinciale Agata e spinge la figlia Caterina a farsi avanti tra le amiche della classe che hanno alle spalle una famiglia rilevante. La ragazzina, col suo spaesamento ed il suo candore, diviene oggetto di contesa e di rivalità tra Margherita e Daniela, la prima figlia di una scrittrice e di un noto intellettuale, la seconda rampolla di un importante esponente dellattuale governo...
di Bernardo Pesci
Parte nel settembre 2002 la scalata sociale della famiglia Iacovoni attraverso latteso trasferimento dalla profonda provincia laziale alla suburbia romana del padre Giancarlo, insegnante di ragioneria con sogni di gloria letteraria nel cassetto. Allavventura prendono parte anche la moglie Agata, casalinga repressa e provinciale, e la tredicenne figlia Caterina, fervidamente appassionata di canto polifonico, il grimaldello tramite il quale Iacovoni padre intende entrare in contatto con lhigh class capitolina. Il progetto, per quanto strano possa sembrare, inizialmente pare riuscire: iscritta alla vecchia scuola in centro del padre, ancora frequentata dai pargoli della crema cittadina, Caterina attira lattenzione delle compagne di classe col suo candore made in Montalto di Castro, spaesata e dibattuta tra un sano entusiasmo di scoperta per il nuovo ambiente ed un ossequioso terrore. In una classe spaccata in due tra destra e sinistra sulla falsa riga della società, lingenua Caterina viene polarizzata prima dallalternativa Margherita, figlia di genitori separati (una scrittrice ed un intellettuale di sinistra), che la conduce per mano in unamicizia di sapore esclusivo e costituita di dotte letture, tombe di poeti, alcool e cortei di protesta. Il padre, interdetto per uno sgarbo relativo al suo amato romanzo inedito, interruppe bruscamente il rapporto delle due compagne. E Caterina viene così reclutata nellopposta sponda della propria classe da Daniela, viziatissima rampolla di un esponente di governo dellattuale maggioranza dotata di autista personale, che la porta in una sarabanda di feste patinate, negozi esclusivi ed eventi mondani. Iacovoni padre anche stavolta non ne ricava lattesa legittimazione sociale, trasversalmente diffusa nel partito di quelli che sanno stare al mondo. Dopo lentusiasmo no global del divertente My name is Tanino Paolo Virzì con Caterina va in città gioca la carta della commedia drammatica di taglio sociale: il microcosmo della classe nella sua riproduzione in miniatura dellItalia intriga a sprazzi e spesso si rivela criticamente disturbante, risultando nel complesso un po troppo schematico. Dobbligo segnalare le amichevoli apparizioni di Roberto Benigni, Maurizio Costanzo e Michele Placido nei panni di se stessi. Da vedere, per quanto Virzì non si sia espresso sui livelli consueti.
da: