Carlo Sartori. Le Crocifissioni

Mostra

"La prima crocifissione di massa si verificò quando Marco Licinio Crasso nell'anno 71 a.C. stroncò la rivolta di Spartaco: 6000 schiavi fuggiti, sostenitori ribelli, urono crocifissi lungo la strada che da Capua conduce a Roma"
Una strada romana, una fila di croci, le grida strazianti dei condannati... E un paesaggio che si è ripetuto molte volte nella storia di Roma.
La crocifissione più conosciuta è certo quella di Gesù il Nazareno: ritratta da pittori e scultori di tutti i tempi, è ancor'oggi tema per la rappresentazione artistica contemporanea.

Il pittore trentino Carlo Sartori, conosciuto al grande pubblico per le sue figure dei popolo, grandi, enormi, cariche di colore, ha trattato la crocifissione in numerose tele, mai presentate tutte insieme. Oggi le possiamo ammirare grazie al lavoro di ricerca del professor Renzo Francescotti, che ha scelto di collaborare con il Festival Religion Today.

Religion Today si occupa di promuovere eventi artistici legati alla religione, che approfondiscono un aspetto dei dialogo o che propongono delle evocazioni sacre particolari. Dopo la mostra delle icone copte etiopiche dello scorso anno, che ha ottenuto un grande successo, abbiamo pensato di appoggiare l'esposizione delle crocifissioni di Carlo Sartori, come momento alto di rielaborazione dell'apice della religione cristiana, interpretato in chiave contemporanea e legato al territorio trentino. Siamo certi così di poter offrire un'occasione unica di riflessione ai trentini e uno spunto interessante di conoscenza della nostra cultura per tutti gli ospiti stranieri che interverranno al Festival dei cinema e religione.

Il luogo per eccellenza per pensare questa mostra è lo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, sotto la piazza Battisti a Trento, proprio per rievocare l'immagine più diffusa delle crocifissioni all'epoca romana. Porre le tele lungo la grande strada romana recentemente riportata alla luce in esso, per opera dell'architetto Sergio Giovanazzi, contribuisce a creare un importante evento artistico legato alla religione, per gli ospiti, la popolazione e le scuole.
Lia G. Beltrami direttrice

Croce e crocifissione

La croce è un segno magico - religioso presente già dal neolitico in numerosissime culture umane, inizialmente simboleggiante, sia nella sua forma più tradizionale, sia nella svastica, il disco solare. Nel corso del tempo finì con l'assumere la funzione di semplice motivo ornamentale. Come strumento di supplizio fu utilizzata da numerosi popoli antichi quale pena politica e militare.
La crocifissione avveniva o sul luogo stesso dei delitti, in una piazza, in un teatro, su di un'altura o sulle strade più frequentate, in modo da pubblicizzarla il più possibile, sì da farne condanna esemplare, efficacissimo strumento di dissuasione.
Il condannato, dopo essere stato flagellato, portava ai luogo dell'esecuzione il paio trasversale (patibulum) cui veniva legato o inchiodato per le braccia, paio successivamente unito a quello verticale (stipes), già piantato nel terreno e vi restava appeso, con le gambe fissate nella medesima maniera, finché non moriva per soffocamento o collasso o sete. Spesso non era poi sepolto ma serviva da cibo alle bestie selvatiche e agli uccelli da preda.
I Romani ricorsero frequentemente alla crocifissione - da cui erano esclusi gli individui in possesso della cittadinanza - contro le classi basse, soprattutto contro i criminali pericolosi e i violenti, in esecuzioni in massa di schiavi e ribelli delle province, "creando nella coscienza popolare un clima di diffamazione sociale e morale dei crocifissi" (tristemente famosa la crocifissione di migliaia di Ebrei nel 70 d.C. in occasione dell'assedio e della distruzione di Gerusalemme da parte dell'imperatore Tito).
Cristo, ebreo condannato da ebrei, subì la pena della croce perché la sentenza capitale, decisa dal sinedrio (supremo consesso politico, religioso e giudiziario ebraico) fu confermata, come prevedeva la legge dell'impero romano cui la Giudea apparteneva, da Pilato, il procuratore di Roma.
Attraverso il suo supplizio la croce, "espressione concreta della malvagità che sonnecchia nel cuore dell'uomo", divenne nuovamente un simbolo religioso, anzi il simbolo salvifico cristiano per eccellenza (Dio, fattosi uomo, permettendo la propria condanna alla pena più dolorosa e "scandalosa", rivela il suo amore per l'umanità intera e, tramite la resurrezione, che di questa pena e di questa morte rappresenta l'inequivocabile superamento, la porta alla salvezza eterna).
Essa ebbe una diffusione vastissima, in pittura, scultura, nelle arti minori, in architettura (a cominciare dalla planimetria delle chiese), nella liturgia (il segno della croce) diventando memoriale della passione e risurrezione di Gesù e, come tale, oggetto di venerazione e culto.
La raffigurazione dei Cristo crocifisso però interviene solo a molta distanza di tempo, attorno alla fine dei IV secolo, dapprima con il corpo nudo, salvo uno stretto perizoma (subligaculum), poi coperto da una tunica con le maniche corte (colobium). Anche i due ladroni appaiono in un secondo tempo, mentre l'agonia sulla croce è frutto, ancor più tardo, dell'arte medioevale.
Al culto della croce furono dedicate due feste liturgiche: l'invenzione della croce, il 3 maggio, ora soppressa (secondo una leggenda l'imperatrice S. Elena nel suo viaggio in Terrasanta nel 326, per effetto di un miracolo, avrebbe ritrovato nel terreno e riconosciuto, in mezzo a quelle dei ladroni, la croce di Cristo); l'esaltazione della croce, il 14 settembre, legata alla dedicazione della basilica dei Santo Sepolcro nel 335 e al recupero della reliquia della croce trafugata dai Persiani da parte di Eraclio, imperatore d'Oriente, nel 629.
Gianni Ciurletti
direttore del S.A.S.S.