Barbe Bleue

Danza

Oriente Occidente 2006
Danza

Groupe Grenade (Francia)
Barbe Bleue
Coreografia di Josette Baïz
Prima nazionale

Coreografia Josette Baïz in collaborazione con il Groupe Grenade
Musica originale Marc Artières, Yves Miara, Alain Bordes
Luci e scenografia Dominique Drillot
Ideazione costumi Patrick Murru
Costumista Sylvie Leguyader
Regia suono André Béja
Regia luci Erwann Collet
Amministrazione Léo Ballani
Promozione Matthieu Di Stefano
Relazioni pubbliche e comunicazione Vanina Mercury
Coordinamento Sonia Verdu
Danzatori Ana Servius, Anaëlle Legros, Lola Cougard, Pierre Boileau, Laura Cortes, Lucien Boilley, Maëlle Colleu-Hepke, Barnabé Faliu, Thomas Birzan-Prevost,
Basma Ben Hassine, Monthari Cheam, Raphaël Sauzet, Clémence Tourel, Emile Girard

Il Groupe Grenade è sovvenzionato da Conseil Général des Bouches-du-Rhône, Ville de Marseille e Ville d’Aix-en-Provence

durata 65 minuti

Una fiaba crudele e difficile da comprendere e che tuttavia i giovanissimi del Groupe Grenade hanno saputo avvicinare e sconvolgere con entusiasmo

Groupe Grenade: non sparate su Barbe Bleue
Ricco di ben ottanta accoliti (i più giovani hanno 8 anni, i più anziani 18: pertanto si può parlare di gruppo quasi interamente adolescenziale) il Groupe Grenade è stato riconosciuto, almeno in Francia, come portavoce di uno stile suo proprio definito “lo stile Grenade”, simbolo d’energia e apertura verso le diversità. Dal 1992 a oggi grazie alla dedizione di Josette Baïz ha accumulato esperienze ad ampio raggio – lavori espressamente creati per l’infanzia e l’adolescenza, pezzi per interpreti più adulti – all’insegna di una sempre maggiore solidità progettuale, promossa nei festival di Marsiglia, ma non solo. Barbe Bleue – creazione del novembre 2005 (preceduta da altra versione dello stesso titolo risalente al 1983, cioè a quando la Baïz svolgeva solo un’attività di animazione nei quartieri di Aix-en-Provence) appartiene alla prima tipologia. È nata con danzatori giovanissimi – dai 10 ai 14 anni – ma è destinata a un pubblico non solo adolescenziale in quanto ribadisce quello sguardo “sociale” che la coreografa francese costantemente promuove anche nel suo lavoro con la Compagnie Grenade. Questa volta si tratta di ribaltare le coordinate di una fiaba crudele e difficile da comprendere e che tuttavia i giovanissimi del Groupe Grenade hanno saputo avvicinare e sconvolgere con entusiasmo.
Barbablù, il malvagio castellano che ammazza tutte le sue spose, potrebbe non essere più considerato un mostro bensì un uomo sofferente spinto a compiere degli atti estremi a causa dell’infelicità e della mancanza d’amore che ha segnato la sua vita. La curiosità morbosa delle sue spose che non resistono alla tentazione di aprire la porta proibita ha sollecitato la coreografa e i suoi ragazzi a inoltrarsi ben lontano, oltre la fiaba, alla ricerca di possibili analogie per esempio con il peccato originale commesso da Adamo ed Eva. Come noto anche Pina Bausch diede in Blaubart (1977) una sua indimenticata e magistrale lettura della fiaba nella chiave del più alto Tanztheater – ma alla sua creazione, dolorosamente incentrata sulla negatività del potere maschile, venne in soccorso la musica del Castello del Principe Barbablù di Béla Bartók (e infatti il titolo completo della pièce è: Blaubart. Beim Anhoren einer Tonbandaufnahme von Béla Bartóks Oper “Herzog Blaubarts Burg”). Naturalmente ogni paragone tra il Wuppertaler Tanztheater e il Groupe Grenade sarebbe un’inutile forzatura. Ma val la pena sottolineare che qui le musiche originali di Marc Artières, Yves Miara e Alain Bordes contribuiscono a sottolineare l’aspetto disorientato e infausto dell’elemento maschile. Al contrario la femminilità, in questa pièce giovane e scatenata, è forte, provocatoria e tentata da una leggerezza nell’azione che diviene insopportabile per i vari Barbablù che popolano la scena.
Tutti gli interpreti di Barbe Bleue sono infatti potenzialmente “protagonisti”: sono maschi e femmine che ricreano il leitmotiv della incomunicabilità della coppia, ma senza dar vita a un vero e proprio racconto. Essi danzano in primo luogo il loro essere se stessi: ragazzi che osservano la storia di Barbablù con uno sguardo nuovo, per scoprire e riscoprire i suoi segreti.

Marinella Guatterini


organizzazione: Ass. cult. Incontri Internazionali di Rovereto - PAT Ass. Cultura - Comune Rovereto Ass. Cultura - Ministero Beni e Attività Culturali - Regione T-AA - APT Rovereto - MART Centro Internaz. Danza - ASM Rovereto - Cassa Rurale Rovereto