Transiti
La quinta edizione della rassegna porta al Sanbàpolis di Trento alcuni dei protagonisti dell'attualità musicale
Torna “Transiti”, la rassegna che con sei appuntamenti tra ottobre e marzo guarda all’attualità musicale. “Una rassegna di crescente successo – così la definisce Francesco Nardelli, direttore del Centro Servizi Culturali S. Chiara - strumentale a due obiettivi del Centro: un’estensione del carnet della proposta artistica spettacolare, per intercettare linguaggi che guardano alle sonorità del contemporaneo, con un’attenzione anche per la musica popolare, non solo classica”. Il secondo obiettivo riguarda "la valorizzazione di uno spazio frequentato soprattutto da un pubblico giovanile, concorrendo alla sua caratterizzazione”. Il riferimento è al teatro Sanbàbolis, spazio in cui la rassegna Transiti è nata e cresciuta.
Una programmazione che, giunta alla quinta edizione, mantiene elevata la qualità e porta a Trento nomi di spicco dell'attualità musicale.
Alberto Campo, curatore della rassegna, passa quindi a presentare i diversi appuntamenti, sottolineando con soddisfazione che, nonostante il forte anticipo con cui è necessario costruire la stagione musicale, ottobre riserva ben tre sorprese tra gli artisti che la animeranno.
Innanzitutto, esce il nuovo disco di Bill Frisell, che in una carriera di oltre quarant’anni si è imposto quale protagonista della scena musicale statunitense. Sarà a Trento il 24 ottobre con la sua musica che sembra jazz e trae invece ispirazione dalla grande tradizione americana del Novecento. Sempre ad ottobre esce il nuovo lavoro di Richard Dawson, che arriverà al Sanbàpolis il 28 febbraio.
Sarà pubblicata infine per i tipi del Saggiatore la ristampa di "Natura morta con custodia di sax" , un saggio sul jazz che si ricollega allo spettacolo di apertura della stagione, in programma : venerdì 11 ottobre. Si tratta di THE NECKS, band australiana di culto riverita su scala planetaria, in attività da tre decenni abbondanti. “Un’ossessione”, appunto per lo scrittore Geoff Dyer, intenditore e appassionato di jazz, come testimonia il suo libro più celebre, “Natura morta con custodia di sax”, che finalmente esce con una nuova edizione.
Nell’arco di una carriera lunga oltre 40 anni il 68enne BILL FRISELL, atteso a Trento giovedì 24 ottobre, si è imposto quale assoluto protagonista della scena musicale statunitense: status certificato nel 2005 dal Grammy Award assegnato al suo album “Unspeakable”. Compositore e arrangiatore, ma soprattutto chitarrista sopraffino, dopo essere affiorato dal circuito off del jazz newyorkese entrò nei ranghi della celeberrima etichetta discografica bavarese Ecm, allargando poi nel tempo il raggio della propria azione creativa fino ad abbracciare la tradizione del folklore americano del Novecento.
Il cartellone propone quindi venerdì 15 novembre un’occasione forse unica e irripetibile. Preceduta dal disco uscito in estate, che mutua il titolo dal classico “hard boiled” di Raymond Chandler “The Long Goodbye”, potrebbe essere la tournée con cui i PERE UBU si accommiatano definitivamente dal proprio pubblico.
Com’è consuetudine, anche quest’anno il programma include un appuntamento con la sonorizzazione originale di un film muto, dedicato sabato 1 febbraio alla memoria di Carl Theodor Dreyer, rappresentato da un caposaldo della sua produzione: “Vampyr”, horror d’impronta surrealista realizzato dal regista danese nel 1932. A musicarlo dal vivo saranno i quotati strumentisti torinesi PAOLO SPACCAMONTI (chitarra e sintetizzatore) e RAMON MORO (tromba e flicorno), già in coppia nel 2016 per la colonna sonora de “I cormorani” di Fabio Bobbio, insieme alla violoncellista canadese JULIA KENT, anni fa nella formazione dei Johnsons che affiancava Antony Hegarty: artista abituata a sconfinare in ambito cinematografico (un suo brano figurava in “This Must Be the Place” di Paolo Sorrentino), nonché verso la danza e il teatro.
Il penultimo appuntamento è in calendario venerdì 28 febbraio e vedrà protagonista RICHARD DAWSON, artista del genere che noi chiameremmo cantautore, benché il suo stile tenda evidentemente altrove. Suonando la chitarra in maniera bizzarra e articolando un timbro di voce lunatico, fra Robert Wyatt e Syd Barrett, anche se lui sostiene d’ispirarsi al canto devozionale sufi detto “qawwali” e al folk inglese d’antan, si è guadagnato nel novembre 2014 la copertina dell’autorevole mensile “The Wire” e il peana di “The Guardian” per l’album uscito nel 2017, “Peasant”.
“Transiti” si concluderà venerdì 27 marzo mettendo in scena una suggestiva osmosi fra musica e immagini: questo offre il progetto chiamato JERUSALEM IN MY HEART, di cui sono responsabili il filmmaker canadese Charles-André Coderre e dal pluristrumentista e cantante di origine libanese Radwan Ghazi Moumneh,
Il biglietto d’ingresso per ciascun appuntamento è in vendita a 10 Euro, con una riduzione a 8 per gli Under 26 e a 5 per gli studenti universitari.
19/09/2019