Torre Aquila: scopriamo il "Ciclo dei mesi"
Una rara testimonianza della pittura gotica di tema profano, forse opera dell'artista boemo Venceslao, presso il Castello del Buonconsiglio
A Torre Aquila si accede percorrendo il camminamento di ronda lungo le mura orientali del Castello del Buonconsiglio. Fu ampiamente rimaneggiata alla fine del ’300 per iniziativa del vescovo Giorgio di Liechtenstein, che trasformò l’antica struttura sopraelevando la torre, chiudendone il lato verso la città e ricavando al suo interno alcuni ambienti ad uso privato, lontano dagli spazi adibiti a funzioni militari e di rappresentanza del Castello del Buonconsiglio.
Nella sala principale, al secondo piano, le pareti sono decorate con il celebre "Ciclo dei mesi", raffigurato in riquadri separati da sottili colonnine che tuttavia non interrompono la sequenza dei mesi e la rappresentazione del fluire del tempo nell’avvicendarsi della stagioni.
Questi affreschi costituiscono, con particolare riferimento al Trentino, uno dei documenti figurativi più rari e preziosi della vita economica e sociale tra la fine del ’300 e l’inizio del secolo successivo nonché una delle testimonianze più rare e preziose della pittura gotica di tema profano. Essi rappresentano sia gli svaghi del ceto nobiliare, sia il lavoro dei contadini, impegnati nei campi secondo l’alternarsi delle stagioni.
Il mutare della natura è descritto con sensibile attenzione: il paesaggio spoglio e imbiancato dalla neve nel primo mese dell’anno diventa rigoglioso di vegetazione in primavera; le messi estive segnano il momento culminante dell’attività agricola, mentre gli alberi nel mese di novembre sono circondati dalle foglie cadute a terra. La straordinaria cura per i particolari si manifesta anche nella descrizione delle vesti: ricche e multicolori per i nobili, il cui abbigliamento permette di riconoscere i tratti tipici della moda del tempo, semplici e dimesse per contadini e artigiani.
Le diverse attività sono raffigurate con grande realismo: l’aratura, la vendemmia, la semina e la raccolta della legna così come i giochi all’aperto, i tornei, le passeggiate e la caccia.
L’autore del ciclo pittorico è probabilmente quel Maestro Venceslao documentato a Trento in rapporto con il vescovo nel 1397, forse legato all’ambito di provenienza del committente Giorgio di Liechtenstein, la Moravia. Appartenente ad una antica famiglia della Moravia, il vescovo, raffinato collezionista di opere d’arte e bibliofilo, possedeva un Tacuinum Sanitatis, prontuario illustrato di medicina e botanica, da cui il pittore poté trarre ispirazione per rappresentare il ricco ambiente naturale in cui si svolgono le scene. Gli affreschi vennero eseguiti probabilmente sul finire del Trecento, in ogni caso entro il 1407, quando il vescovo venne imprigionato e allontanato da Trento in seguito ad una rivolta.
30/03/2015