Prima Guerra Mondiale e valorizzazione della memoria, si concretizza il progetto

Il memoriale sarà a Castel Dante, il 14 ottobre la “giornata”

Dopo l'approvazione in Giunta la scorsa settimana e il via libera della V Commissione del Consiglio provinciale di oggi si concretizza l'attuazione della legge provinciale 22 settembre 2017, n. 11 "Interventi per valorizzare la memoria del popolo trentino durante la Prima Guerra mondiale". L’esecutivo, nella seduta del 27 aprile, ha infatti individuato la data del 14 ottobre di ogni anno quale giornata per ricordare le vittime ed i caduti trentini della Grande Guerra ed ha scelto il Sacrario Militare di Castel Dante a Rovereto come luogo nel quale realizzare il memoriale dei caduti trentini della Grande Guerra. I dettagli saranno illustrati alla stampa venerdì 4 maggio, alle ore 11:30 presso la Sala stampa del palazzo della Provincia autonoma di Trento. 

Provvisoriamente, in attesa che si completi l’iter di autorizzazione e realizzazione della sede definitiva, si è deciso di rendere pubblico il memoriale già nel 2018 presso la stazione ferroviaria di Trento e presso un'idonea sala del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto.
La Prima Guerra Mondiale per il Trentino fu un fenomeno di massa, non solo per l’estensione geografica, il numero di soldati mobilitati, la produzione industriale, ma anche per l’esteso e tragico coinvolgimento, per la prima volta nella storia, dei civili.
Un numero particolarmente elevato di abitanti fu arruolato nell’esercito austro ungarico, oltre 60.000 uomini, mentre ancora più drammatico è il numero dei deportati in Boemia, Moravia, Austria, in prevalenza donne con bambini e anziani.

Memoriale caduti trentini
Il Sacrario di Castel Dante, di proprietà dello Stato, oggetto di un intervento di restauro, è un presidio della memoria e del sacrificio di circa 20.000 soldati italiani e austro-ungarici, i cui resti furono qui traslati dai vari cimiteri di guerra che erano sorti sulle montagne circostanti. La proposta progettuale preliminare, curata dall'architetto Marzari prevede, per il Memoriale dei caduti trentini, due soluzioni integrate, una all’esterno e una all’interno del Sacrario, tra loro complementari. All’esterno, sulla collina, seguendo il principio insediativo suggerito dalla forma circolare della pianta del Monumento, verrà realizzato un percorso che sale il colle, lasciando però inalterate le caratteristiche topografiche della collina. I nomi e i dati dei caduti saranno incisi su formelle in pietra collocate su lapidi adagiate sul terreno lungo il percorso: 12.000 nomi circa, per un’area di 2.000 mq, che potrà aprirsi ad ulteriori nomi che dovessero emergere durante gli anni. La geometria e l’articolazione di questa sorta di labirinto, che abbraccerà metaforicamente l’imponente Monumento, saranno in relazione con i caduti ricordati all’interno. Le caratteristiche formali degli interni del Sacrario non lasciano margine ad interventi, ma un’eccezione è costituita da un antro al primo livello inferiore: il progetto all’interno, prevede la realizzazione di un’installazione, tramite rivestimento metallico amovibile, dall’aspetto consunto, drammatico, dei residui bellici, che copre integralmente pavimento, soffitto e pareti; incorporato nel rivestimento vi sarà un grande schermo stratificato, dove si vedranno “scorrere” tutti i 12.000 nomi dei caduti, sullo sfondo dei luoghi e dei paesaggi della guerra. Ai lati sono situati quattro postazioni per la consultazione individuale con monitor touch screen, con filtri di ricerca per luogo, nome, data, comune, ecc.. I riquadri del rivestimento si prestano per l’esposizione di pannelli con testi e fotografie.
Provvisoriamente, in attesa che si completi l’iter di autorizzazione e realizzazione della sede definitiva, si è deciso di rendere pubblico il Memoriale già nel 2018 con due installazioni una presso la stazione ferroviaria di Trento e l'altra presso un'idonea sala del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto.

14 ottobre
Allo scoppio della prima guerra mondiale il Trentino faceva parte dell'Impero austro-ungarico e confinava con il Regno d'Italia. Nell'estate del 1914 migliaia di trentini furono richiamati alle armi e inviati sul fronte orientale, in Galizia (territorio oggi diviso fra Polonia e Ucraina), per combattere contro l'esercito russo. Nel corso della Grande Guerra furono 60.000 in totale i trentini arruolati, circa 12.000 non tornarono. Un anno dopo, nel maggio del 1915, la dichiarazione di guerra dell’Italia all’Austria portò il conflitto nelle case dei trentini. Con l'apertura del fronte meridionale le zone di confine vennero evacuate. Furono oltre centomila i profughi sfollati, la maggioranza nell'entroterra dell'Impero austro-ungarico, principalmente nei campi di Braunau e Mitterndorf e nei Paesi della Boemia e della Moravia, altri furono evacuati dall'esercito italiano nel Regno d’Italia.
La data scelta ricorda entrambi questi aspetti: nell'autunno del 1914 vi furono scontri sanguinosi sul fiume San, in Galizia, nel corso dei quali morirono molti soldati trentini, di contro nel novembre del 1915 entrarono i primi trentini nella “città di legno” di Braunau, il baraccamento destinato ai profughi evacuati allo scoppio della guerra con l’Italia.

(Ufficio stampa Pat)


04/05/2018