Ordine e Bizzarria. Il Rinascimento di Marcello Fogolino
L'estate del Buonconsiglio alla riscoperta di Marcello Fogolino, pittore di corte di Bernardo Clesio
"Ordine e bizzarria": sono queste le due chiavi di lettura con cui il Castello del Buonconsiglio si accosta alla figura di Marcello Fogolino (Vicenza, 1483/88 circa - dopo 1558), l’artista che più a lungo operò al servizio del Principe Vescovo Bernardo Cles. Insieme al Romanino e ai Dossi, a partire dal 1531 Fogolino contribuì all’affermazione della pittura rinascimentale in Trentino, affrescando dapprima alcuni fregi sul prospetto dell’edificio, in seguito la serie degli imperatori romani e gli episodi della vita di Giulio Cesare nella Camera terrena del Torrion da basso.
Da venerdì 7 luglio presso il Castello del Buonconsiglio Ordine e Bizzarria. Il Rinascimento di Marcello Fogolino si snoderà nelle sale del Magno Palazzo, in parte affrescate da Romanino e dai fratelli Dossi e in parte dallo stesso Fogolino. Il percorso si aprirà con delle pale d’altare che mettono in luce l'evoluzione del percorso stilistico dell'artista tra Vicenza e la provincia di Pordenone, evidenziando la ricca valenza del patrimonio artistico e culturale del Triveneto e approfondendo lo studio dei rapporti e della collaborazione culturale con gli altri artisti vicentini, tra cui Giovanni Bonconsiglio, Bartolomeo Montagna e Francesco Verla.
Da segnalare, in particolare, la Madonna col Bambino e santi, mai esposta in Italia, proveniente dal Rijksmuseum di Amsterdam, accompagnata da pale provenienti dalla Galleria dell’Accademia di Venezia, dalla Pinacoteca Nazionale di Siena, dalla Pinacoteca di Palazzo Chiericati a Vicenza ma anche dalle rarissime incisioni provenienti dal museo statale di Dresda.
La mostra è curata da Giovanni Carlo Federico Villa, direttore onorario dei Musei Civici di Vicenza, da Laura Dal Prà, direttore del Castello del Buonconsiglio, e dalla conservatrice del museo Marina Botteri, e il relativo catalogo raccoglie i contributi di oltre venti studiosi. L’allestimento è a cura dell’architetto Michelangelo Lupo in collaborazione con l’architetto Adriano Conci, direttore tecnico del museo. L’iniziativa si sviluppa in collaborazione con i Musei Civici di Vicenza e in particolare con la Pinacoteca di Palazzo Chiericati.
La fama di Fogolino venne offuscata dalle sue vicende private. La condanna per l’omicidio di un barbiere, commesso, pare, insieme al fratello Matteo, la messa al bando, l’attività di spionaggio a favore della Serenissima, gli alti e bassi con la committenza delineano un personaggio dalle tinte forti.
In contemporanea a Ordine e Bizzarria, presso i Museo Diocesano Tridentino sarà inaugurata "Viaggi e incontri di un artista dimenticato. Il Rinascimento di Francesco Verla" la mostra dedicata a un altro importante artista che nei primi anni del XVI secolo soggiornò a lungo in Trentino. Il particolare clima culturale che contraddistinse il periodo clesiano, non senza positive influenze sull’arte fogoliniana e sulla importante stagione rinascimentale trentina, verrà messo in evidenza da materiali di confronto ispirati al gusto antiquario del tempo, alla statuaria, alla produzione libraria e incisoria.
Brevi note biografiche su Marcello Fogolino:
Figlio d’arte - suo padre era un pittore di buon livello – fu mandato da giovane a bottega da Bartolomeo Montagna, in quel di Vicenza. In quella città lasciò opere importanti in numerose chiese prima di trasferirsi per otto anni a Venezia. E’ documentato il suo rientro a Vicenza verso il 1518 e il suo operare insieme a Giovanni Speranza. La sua pittura di quegli anni mostra un distacco dai modelli quattrocenteschi e una adesione alle novità che, nelle ville e chiese venete, stava imponendo il Veronese. Rientrato nel natio Friuli, nel Pordenonese ottiene commesse di rilevo per diverse chiese della città e del territorio, in parte purtroppo oggi perdute. In Friuli torna ancora, insieme al fratello pittore anche egli, dopo una nuova parentesi vicentina ma incappa nelle note vicende giudiziarie che gli resero difficile ottenere nuovi incarichi. Destino volle che Fogolino approdasse quindi a Trento dove, tra il 1528 e il 1533, si costruiva il Magno Palazzo del Castello del Buonconsiglio, un grandioso cantiere rinascimentale nel quale pittori, scultori, artigiani, garzoni di bottega lavorarono a tempo record per rendere sontuosa la nuova dimora rinascimentale del principe vescovo Bernardo Cles.
Qui Fogolino trovò fama, commissioni e, grazie alla protezione vescovile e alla benevolenza della corona imperiale austriaca, un sicuro rifugio. Il periodo trentino sarà illustrato con sue opere provenienti da chiese del territorio e dalle collezioni del museo, in merito alle quali particolare attenzione verrà dedicata alla committenza, mentre la sua produzione profana sarà approfondita partendo dai cicli pittorici del Castello del Buonconsiglio, ma anche dalle preziose testimonianze grafiche.
Dopo il 1541, sotto Cristoforo Madruzzo, organizzatore del Concilio, il percorso fogoliniano diventa nuovamente ondivago. Di certo lavora ad Ascoli Piceno, per il vescovo di quella città, conosciuto a Trento, poi a Gorizia e ancora a Bressanone. Si sa che venne cercato per la Residenza di Innsbruck ma di lui nulla è noto in quella città. Finì quindi da artista errante una vicenda cominciata allo stesso modo. Molti sono ancora i problemi aperti intorno alla personalità e alla produzione del pittore vicentino d'origine, ma trentino d’elezione: da quelli relativi alla biografia e all'itinerario artistico a quelli connessi con la definizione del catalogo e la periodizzazione delle opere. Nodi che possono ora essere dipanati anche grazie alla serrata campagna di restauro condotta nell’ultimo ventennio sui cicli affrescati del Magno Palazzo, agli studi condotti sul cantiere voluto dal Cles e sulla figura del Fogolino, nonché all’accurata campagna di verifiche archivistiche.
03/07/2017