Le avventure di Numero Primo
Da giovedì a domenica al Sociale di Trento l'ironia di Marco Paolini tra tecnologia e futuribile
“Nella stazione spaziale del film 2001 Odissea nello spazio ci sono cabine telefoniche a disposizione dei viaggiatori, sono modernissime, confortevoli e permettono di fare videochiamate, ma sono fisse. Nessuno dei protagonisti del film usa un telefono portatile o un palmare. In 20.000 leghe sotto i mari Jules Verne immagina l’uso di energie, materiali e tecnologie che assomigliano moltissimo a quelli che sono stati effettivamente poi usati per i moderni sottomarini.
Ma le previsioni più stupefacenti e azzeccate sul futuro sembrano quelle contenute nelle Mille e una notte: l’invenzione del password “apriti sesamo” e del touch-screen della lampada di Aladino. Possiamo quindi aspettare con fiducia l’avvento del tappeto volante in tempi ragionevoli. Mi sembra di poter concludere che è molto più difficile fare previsioni sul futuro a breve che a lungo termine.
Eppure il futuro prossimo dovrebbe far parte di un orizzonte a cui guardare con attenzione. Un presente dilatato come quello in cui viviamo rischia sia di cancellare la memoria del passato, sia di inibire ogni ragionamento sul futuro, dando per scontato che si tratti di un aggiornamento del presente, un aggiornamento “compatibile” con il presente. Raccontare storie ambientate nel futuro prossimo è un esercizio confinato in un genere: la fantascienza (…) conviene subito dire che Numero Primo è un esperimento di fantascienza narrata a teatro, ma che agli autori non piace chiamarla così. Numero Primo è una storia che racconta di un futuro probabile fatto di cose, di bestie e di umani rimescolati insieme come si fa con le carte prima di giocare. Numero Primo è anche il soprannome del protagonista, figlio di Ettore e di madre incerta. Ma anche le cose e le bestie hanno voci e pensieri in questa storia”.
Con queste parole sul sito ufficiale di Marco Paolini e di Jole film è presentato Le avventure di Numero Primo, lo spettacolo di Marco Paolini e Gianfranco Bettin, che da giovedì a domenica sarà al teatro Sociale di Trento nell’ambito della “Grande prosa”, la rassegna organizzata dal Centro servizi culturali Santa Chiara.
La figura di Marco Paolini rimane collegata soprattutto al suo teatro sociale, in primis al Racconto del Vaiont, Premio Speciale Ubu 1995 per il Teatro Politico, Premio Idi 1996 per la migliore novità italiana; la trasmissione del Racconto del VajontT (in diretta su Rai 2 il 9 ottobre 1997) ha ricevuto l’Oscar della televisione come miglior programma del 1997.
L’ultima sua recita a Trento, nel febbraio 2016, lo vedeva voce narrante di Ballata di uomini e cani, un tributo di Marco Paolini a Jack London, e ora ci ritorna con Le avventure di Numero Primo
Paolini e il coautore Gianfranco Bettin sono partiti da alcune domande: qual è il rapporto di ciascuno di noi con l’evoluzione delle tecnologie? Quanto tempo della nostra vita esse occupano? Quanto ci interessa sapere di loro? Quali domande ci poniamo e quali invece no a proposito del ritmo di adeguamento che ci impongono per stare al loro passo? Quanto sottile è il confine tra intelligenza biologica e intelligenza artificiale? Se c’è una direzione c’è anche una destinazione di tutto questo movimento?
A tutto questo, crediamo, non contino molto le risposte, ma il far proprie le domande, porsi in una posizione dialettica che conceda spazio al dubbio.
11/12/2017