La nuova via della seta #2
39° Oriente Occidente Dance festival 29 agosto – 8 settembre 2019
La Cina e i suoi scambi sulla Via della Seta. L’Europa dell’Est e il rapporto tra creatività e libertà. I cambiamenti climatici e la gestione dei flussi migratori. Il mondo contemporaneo, le sue gabbie, le sue prospettive.
Si muove con lo sguardo rivolto a Est attraverso i temi più discussi della contemporaneità il programma del 39° Oriente Occidente Dance Festival, in programma a Rovereto dal 29 agosto all’8 settembre, continuando ad esplorare la Nuova Via della Seta attraverso un pluralismo di visioni contemporanee.
L’apertura (Teatro Zandonai, 29 agosto, ore 20.30) è affidata a Mourad Merzouki, nome di assoluto rilievo del panorama internazionale, in una serata all’insegna dell’hip hop colto e “contaminato”. Presenterà Vertikal, spettacolo in cui dieci danzatori – cinque uomini e cinque donne – si sollevano e galleggiano in una dimensione sospesa tra il terreno e l’aereo.
Ad esplorare la Nuova Via della Seta ci sarà la più antica compagnia di danza moderna della Cina, la Guangdong Modern Dance Company, che arriva al Festival con Sumeru, (Teatro Zandonai, 31 agosto, ore 20.30) un lavoro della direttrice artistica Liu Qi sulle relazioni umane, il cui titolo richiama il nome del Monte Sumeru, la montagna al centro dell’origine del mondo secondo i buddisti.
Dalla provincia cinese di Henan provengono i diciannove Monaci Guerrieri del Tempio di Shaolin, di età compresa tra gli 8 e i 26 anni, protagonisti di uno dei lavori più apprezzati del grandissimo coreografo belga-marocchino Sidi Larbi Cherkaoui: Sutra, nato al Sadler’s Welles di Londra nel 2008 e rappresentato in questi undici anni in 31 paesi diversi ma mai in Italia. Si tratta di un viaggio di un uomo occidentale nell’universo spirituale buddista e nella fisicità più estrema della pratica delle arti marziali, parte integrante della dottrina dei Monaci Shaolin (Teatro Sociale, 8 settembre, ore 20.30).
Dopo il successo della scorsa edizione, torna al Festival la sudcoreana Eun-me Ahn con il nuovissimo North Korea Dance, (Teatro Zandonai, 2 settembre, ore 20.30): una coloratissima esplorazione delle similitudini e delle differenze artistiche tra il Paese di origine della coreografa e la Corea del Nord.
Il Festival trae ispirazioni anche da temi forti del contemporaneo, come accade nell’opera della norvegese Ina Christel Johannessen, Frozen Songs (Auditorium Melotti, 7 settembre, ore 20.30), dedicata alla fragilità dell’ecosistema terrestre.
Di altrettanta attualità è il tema dell’esilio affrontato dal coreografo brasiliano attivo in Belgio, Claudio Bernardo nell’articolato progetto artistico intorno alle Troiane di Euripide di cui Oriente Occidente ospita il debutto mondiale della terza tappa, #Frontiera (Auditorium Melotti, 3 settembre, ore 20.30). Un filo rosso lega il passato delle donne di Troia con le donne di oggi, in attesa del loro destino sul bordo del mare, accompagnate nello spettacolo dai cori in greco antico composti da Giovanna Marini.
Non mancherà al Festival l’Europa dell’Est con nomi quali Pál Frenák conBirdie (Auditorium Melotti, 1 settembre, ore 20.30), Martin Talaga (Mart, 1 settembre, ore 19) con la performanceSoma, vincitrice del premio come migliore produzione del 2018 (Dance Production of the Year 2018) durante la 24ma Czech Dance Platform. Altra giovane promessa dell’Est Europa è Beatrix Simkó, autrice del duetto con la finlandese Jenna Jalonen sul tema delle origini e dell’isolamento in Europa dei loro paesi: Long time no see! (Teatro alla Cartiera, 1 settembre, ore 22.00).
Per quanto riguarda la grande danza italiana, Aterballetto debutta al Festival con Dreamers, un trittico che unisce l’israeliano Ohad Naharin alla giapponese Rihoko Sato e coreografo interno alla compagnia Philippe Kratz (Teatro Zandonai, 6 settembre, ore 20.30). Torna poi Michela Lucenti con il collettivo nomade di performer Balletto Civile, ospite con due diversi lavori: la prima assoluta di Madre (Auditorium Melotti, 5 settembre, ore 20.30),dove si mettono in discussione la forza dei legami ancestrali e la capacità di districarsi nel rapporto con la propria origine, e l’assolo Concerto Fisico (Mart, 6 settembre ore 17 e ore 20) un racconto fatto con corpo e musica, attraverso cui si raccontano 15 anni di storia del gruppo.
A rappresentare danza e disabilità ci sarà il lavoro di Stopgap Dance Company, con Frock (Piazza Urban City, 5 settembre, ore 18; Piazza Malfatti, venerdì 6 settembre ore 16 e ore 18.30), e Frippery (Piazza Urban City, 5 settembre, ore 18) nel quale i danzatori professionisti incontrano un gruppo di amatori del territorio preparati con un workshop al quale potranno partecipare persone con età e abilità differenti.
Si concentra su questi temi anche il libro curato dal critico e giornalista Andrea Porcheddu, Altri corpi, nuove danze, edito da Cue Press e fortemente voluto da Oriente Occidente, che sarà presentato per la sezione Linguaggi alle 19 del 5 settembre all'Urban Center.
Oriente Occidente Dance Festival è inoltre impegnato in una sempre maggiore accessibilità del pubblico. Gli spazi degli spettacoli sono infatti tutti accessibili a un pubblico con disabilità fisiche e alcuni dispongono di descrizioni in formato “easy to read” grazie al lavoro fatto con Anffas. Lo spettacolo della compagnia francese Retouramont sarà accessibile a un pubblico di sordi, grazie ad un progetto di sperimentazione realizzato con la collaborazione di ENS – Ente Nazionale Sordi di Trento.
08/08/2019