Il successo del Museo diocesano tridentino

Un 2016 in crescita e un 2017 denso di appuntamenti tra attenzione al territorio e apertura a nuovi pubblici 

Definisce il 2016 “un anno di grandi successi” Domenica Primerano, direttrice del Museo diocesano tridentino, e certo i dati contenuti nel “Report 2016 ” le danno ragione: 50.775 visitatori, 104 visite guidate con 2192 partecipanti, 27 tra corsi e conferenze, 5 mostre, cui si aggiungono tutte le attività riservate alle scuole e i laboratori.

“Ciò a fronte di un personale di sole cinque unità e con disponibilità economiche ridotte” – osserva la direttrice – passando quindi in rassegna le diverse iniziative, capaci di intercettare pubblici differenti, anche nuovi, grazie alla varietà dell'offerta. Nel 2016 sono stati approfonditi temi quali la Grande Guerra e la misericordia (con la mostra Mio dolce paese, dove sei? Mon doux pays, où êtes-vous? Identità perdute da Rouault ai contemporanei), oppure collegati ad artisti trentini, in particolare Lea Botteri e Othmar Winkler con la sua Via Crucis, ma anche sociali come quelli affrontati dalla mostra Fratelli e Sorelle, racconti dal carcere e il corollario di eventi ad essa collegato, che “connotano il museo come luogo che si occupa anche di problemi della comunità”.

Primerano sottolinea quindi l’impegno del Diocesano a diffondere la conoscenza del patrimonio innanzitutto nei confronti della comunità trentina, capace poi di farsi tramite della promozione presso i turisti. Fa notare il ruolo importante della guess card, richiamando la necessità di fare rete e di promuovere un maggior numero di iniziative coordinate tra i diversi soggetti.

Per quanto riguarda il 2017, in parallelo alla mostra Fratelli e Sorelle è partito un percorso umano e formativo che si svolge in due direzioni: da un lato quello avviato a febbraio con alcuni detenuti del carcere di Trento, dall’altro il laboratorio Un viaggio per parole e immagini, promosso dal museo e dagli alunni di due classi della scuola secondaria di primo grado di Vezzano. Da questo intreccio scaturirà Dipingere il buio. In realtà siamo liberi, la mostra che tra il 26 maggio e il 19 giugno concluderà questo iter umano e formativo esponendo le opere di pittura dei carcerati e gli elaborati dei ragazzi.

Il 29 maggio alle 16.30, il tema della Dignità della persona e tutela dei diritti dei detenuti sarà affrontato in un incontro cui interverranno il vescovo di Trento Lauro Tisi, il presidente del tribunale di sorveglianza di Venezia Giovanni Maria Pavarin  e la professoressa di diritto penitenziario dell’Università di Trento Antonia Menghini.

L’estate del Diocesano avverrà invece all’insegna di Viaggi e incontri di un artista 'dimenticato'. Il Rinascimento di Francesco Verla, la mostra che sarà inaugurata il 7 luglio. Visitabile fino al 6 novembre, approfondirà la figura e le opere del vicentino Francesco Verla (Villaverla, 1470 - Rovereto, 1521), singolare personalità dell'ambiente artistico veneto e trentino del primo Cinquecento. L’esposizione, la prima interamente dedicata alla riscoperta di Verla, vede la collaborazione con l'Università di Trento e il Castello del Buonconsiglio che, nello stesso periodo, organizza una mostra su Marcello Fogolino.
Nato intorno al 1470, dell'artista sono note poco più di una ventina di opere tra dipinti su tela, affreschi e disegni, tutti databili dopo il suo soggiorno a Roma documentato nel 1503. Durante il viaggio verso l'Urbe, Verla ebbe modo di conoscere l'opera di Pietro Perugino, assumendo in seguito un ruolo di primo piano nella divulgazione di motivi umbri e centro italiani in area veneta e nella Valle dell'Adige. In mostra le numerose pale d’altare con “sacre conversazioni” commissionate da comunità religiose e singoli devoti, ma anche una selezione di fregi a grottesca che attestano la produzione profana del Verla, oggi verosimilmente in gran parte perduta.

Da menzionare anche il Progetto sperimentale "operazione ascolto", attuato in preparazione della mostra con l’obiettivo di avviare un'operazione di "ascolto" per coinvolgere fin d'ora i futuri destinatari dell'iniziativa. L'idea è quella di collaborare con il pubblico nell'elaborazione degli apparati informativi (pannelli di sala e didascalie) di supporto alla visita e raccogliere proposte, suggerimenti, utili a costruire un itinerario davvero a misura delle esigenze e delle curiosità dei visitatori. Tra coloro che si candideranno a prendere parte all'esperimento, sarà selezionato un gruppo di persone alle quali sottoporre in anteprima le immagini delle opere selezionate. Ciascuno dovrà appuntare impressioni, domande, dubbi di cui si terrà conto nell'ideare i supporti didattici.
I partecipanti riceveranno due ingressi gratuiti alla mostra e un catalogo. Per partecipare all'iniziativa basterà inviare la propria candidatura a press@museodiocesanotridentino.it. indicando: età, titolo di studio, se si è mai visitato il Museo Diocesano Tridentino e in quanti altri musei/mostre si è stati negli ultimi 12 mesi. Il termine ultimo per inviare le candidature è venerdì 19 maggio 2017.

La riflessione di Primerano si rivolge infine alla riforma del sistema museale trentino. “Il nostro museo – afferma - aveva organizzato un incontro sul tema dei poli museali, al termine del quale i partecipanti avevano chiesto una pausa di riflessione, cui avrebbe dovuto fare seguito una valutazione comune per la messa a punto di un sistema museale che ancora non c'è. L’iter ha poi subito un'accelerazione, e senza spiegazioni sulla sua funzione rispetto ai poli museali, si è giunti alla prospettiva di un cda unico. Un percorso deludente - nota ancora la direttrice – Il cda unico ha come rischio quello di appiattire le differenze tra i vari musei, certo esiste un problema di coordinamento ma a Bolzano, ad esempio, si è giunti alla legge dopo aver sentito tutti i direttori dei musei. Quello che da noi manca è proprio un percorso di analisi e confronto per giungere a una definizione del sistema museale” - conclude. 


10/05/2017