Guardando a Oriente

History Lab offre l'opportunità di rivedere integralmente le Lezioni di Storia da poco concluse 

Il secondo ciclo delle “Lezioni di storia” è giunto al termine, ma sul sito History Lab della Fondazione museo storico del Trentino è possibile averne un resoconto complessivo. Al link http://hl.museostorico.it/videondemand/42 sono infatti raccolte le diverse tappe della rassegna, un’opportunità per vedere  in versione integrale ciascuna delle lezioni proposte.

Un successo di pubblico e di critica quello riscosso dal secondo ciclo delle “Lezioni di storia”, che si sono svolte dall’8 ottobre al 26 novembre a Trento (Teatro Sociale e Sala della Filarmonica) e a Rovereto (Teatro Zandonai).

Da un lato l’interesse per il titolo Guardando a Oriente, che ha raccontato il confronto millenario tra Occidente e Oriente secondo diversi profili, da quello storico fino ad aspetti cruciali del contemporaneo : l’Oriente plurale dell’antica Roma (Andrea Giardina), l’elefante di Carlo Magno (Franco Cardini), San Francesco e il Sultano ( Amedeo Feniello), il Catai di Marco Polo (Vito Bianchi), la Cabala (Anna Foa), l’Oriente di Cristoforo Colombo (Franco Farinelli), la moda all’orientale (Maria Giuseppina Muzzarelli), l’Oriente del terrore (Domenico Quirico). Dall’altro lato la fiducia in una formula collaudata, che all’elevato profilo scientifico intreccia con efficacia l’intento divulgativo.

Giardina ha raccontato come Roma, nel corso della sua espansione, arrivò a conquistare parte del Medio Oriente fino all’Armenia; e di come le imprese di Traiano a cavallo tra il primo ed il secondo secolo d.C. diedero all’imperialismo romano la spinta decisiva per arrivare alla sua massima espansione territoriale. Un impero immenso che custodiva in sé centinaia di etnie, lingue, nazionalità. In questo scenario l’Oriente rimase sempre un Oriente plurale, che comprendeva paesi come l’Egitto, la Palestina, la Siria, la Turchia accanto ai mai sopiti influssi greci estesi in Asia Minore, nell’Egeo e nel continente. https://www.cultura.trentino.it/Approfondimenti/Lezioni-di-storia-al-via-con-Orienti-romani

Cardini, si è soffermato invece sulla passione di Carlo Magno per gli elefanti e per le virtù che questi animali simboleggiavano. Il re riuscirà ad averne uno albino, che verrà inserito nel serraglio di Aquisgrana dove vivrà per nove anni, circondato di attenzioni e premure. Si trattava di un esemplare di elefante indiano, al quale venne dato il nome di Abul Abbas, che in arabo significa “Il padre dei doni”. L’animale, che giunse nell’anno 801 dopo un viaggio durato ben due anni, era infatti un dono del potentissimo califfo musulmano Harun al-Rashid, con il quale Carlo Magno – che ricambiò la gentilezza inviando a Baghdad due lupi alsaziani oltre ad oggetti preziosi - volle instaurare ottimi rapporti nel tentativo di rafforzare il limes gallico, la frontiera meridionale dell’impero. https://www.cultura.trentino.it/Approfondimenti/Carlo-Magno-esempio-di-lungimiranza-e-di-dialogo-con-l-Islam

Un incontro di cui si sa poco o nulla quello tra San Francesco e il Sultano, approfondito da Feniello. È però unanimemente considerato uno degli elementi portanti nella storia del dialogo interreligioso e che già all'epoca, stando alle fonti contemporanee, assunse i contorni dell’eccezionalità. https://www.cultura.trentino.it/Approfondimenti/L-incontro-tra-San-Francesco-e-il-sultano-tra-mistero-e-apertura

Un uomo straordinariamente moderno, un nuovo Parsifal, capace di varcare la soglia dell’indifferenza per offrire al mondo occidentale un’immagine inedita e senza veli del Levante. Alla figura di Marco Polo e più in generale a quella dei mercanti è stato dedicato il quarto appuntamento delle “Lezioni di Storia”. Teatro Zandonai di Rovereto gremito per ascoltare, e poi applaudire a lungo, Vito Bianchi, archeologo, scrittore e docente all’Università degli Studi di Bari. Una professione, quella del mercante, che ha conosciuto una significativa evoluzione. Marco Paolo rappresenta una figura che ha saputo cogliere, interpretare e sviluppare i segnali di cambiamento che il mondo del commercio stava conoscendo, contribuendo a liberare la società contemporanea occidentale – che vedeva l’Oriente come un mondo popolato da creature fantastiche dai tratti bestiali e dall’animo violentissimo – dal pregiudizio e dalla diffidenza. https://www.cultura.trentino.it/Approfondimenti/Marco-Polo-il-mercante-che-ha-saputo-abbattere-i-pregiudizi

Foa ha invece chiarito come i rapporti, o meglio la contaminazione, fra Cabala cristiana e Cabala ebraica vadano fatti risalire ad un’epoca, quella in cui si fecero strada le correnti del Rinascimento e dell’Umanesimo, di grande fioritura del movimento culturale e di rivalutazione dell’essere umano. In questo periodo, grazie anche all’apporto di un personaggio straordinario come Pico della Mirandola, fautore della commistione fra Cabala e Neoplatonismo, tra i mondi cristiano ed ebreo nasce una forte attrazione, caratterizza dalla voglia di conoscere il diverso senza però mettere in pericolo le proprie radici. Per l’universo cristiano si tratta però di un’attrazione ambigua che vede la cultura ebraica accarezzata e respinta allo stesso tempo. https://www.cultura.trentino.it/Approfondimenti/La-contaminazione-fra-mondo-cristiano-e-mondo-ebraico-spiegata-da-Anna-Foa

Si è proseguito con l’eccezionalità dell’impresa di Cristoforo Colombo che, secondo Farinelli, risiede soprattutto nell’idea che ne è alla base. L’esploratore genovese è portatore di una nuova visione grazie all’applicazione di un nuovo modello, quello cartografico, che si accompagnava alla pretesa che fosse il mondo ad adeguarsi alla mappa e non viceversa. L’universo, che era una sfera, grazie a Colombo diventa una tavola. Quest’ultima non contiene più la storia, ma solo lo spazio. Grazie a questa teoria lo sguardo dell’esploratore genovese si fa prospettico, moderno, e contribuisce a mettere in crisi le convinzioni del mondo classico. Cosi, nasce la modernità. https://www.cultura.trentino.it/Approfondimenti/Cristoforo-Colombo-il-primo-a-viaggiare-con-una-mappa

Si è quindi toccato il tema della moda. Quando si parla di moda molto spesso si pensa ad un universo vacuo, superficiale ed effimero. Ma la moda è anche e soprattutto uno straordinario mezzo per capire e analizzare i cambiamenti di una società nel corso degli anni e dei secoli. Anche per questo, quando si parla dei rapporti tra Oriente e Occidente e più in generale di orientalismo, per meglio comprenderne le dinamiche è bene soffermarsi sul fascino che il modo di vestire degli orientali esercitò per secoli sugli europei e sulle tendenze che dalle terre lontane arrivarono e si diffusero anche in Italia. https://www.cultura.trentino.it/Approfondimenti/La-moda-inaspettato-collegamento-tra-Oriente-e-Occidente

Nell’ultima Lezione l’attenzione si è spostata sul contemporaneo con Quirico che ha raccontato la “sua” Siria, le trasformazioni conosciute da Aleppo in sei anni di guerra ed in particolare dopo il 29 giugno 2014, la data che segna la rinascita del califfato islamico. «Aleppo – ha spiegato il giornalista –non è mai stata assediata. La guerra è entrata nella città, se ne è impossessata diventando combustibile e materia. Ad Aleppo, città simbolo della sublimazione del dolore, del confronto perenne fra uomini e sofferenza, abbiamo assistito ad una trasformazione antropologica degli uomini, alla nascita di una nuova specie umana. Gli uomini – ha proseguito - non sono più gli stessi di sei anni fa: non camminano più eretti, ma proni e con le ginocchia piegate, pronti a gettarsi in terra quando sentono un colpo di mortaio o un elicottero. Anche la vista ed il fiuto si sono sviluppati notevolmente». Ha quindi ricordato il numero, impressionante, della tragedia siriana, con ben 500mila vittime, per il 95% circa civili. https://www.cultura.trentino.it/Approfondimenti/Teatro-Zandonai-tutto-esaurito-per-Domenico-Quirico

Le lezioni sono promosse dalla Provincia Autonoma di Trento, dalla Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol, dal Comune di Trento e dal Comune di Rovereto, ideate dagli Editori Laterza, realizzate con il sostegno di Casse Rurali Trentine, Cavit, Dolomiti Energia e la collaborazione tecnica del Centro Servizi Culturali Santa Chiara.


18/12/2017