"Comunicazione. Propaganda per la mobilitazione"

Simona Colarizi ha inaugurato domenica 4 ottobre a Trento il ciclo di nove "Lezioni di storia" firmato dalla casa editrice Laterza.

 

Una platea del Teatro sociale piena e attenta ha inaugurato questa mattina a Trento il ciclo di nove Lezioni di storia firmate dalla casa editrice Laterza.

Nella prima lezione, "Comunicazione. Propaganda per la mobilitazione" la relatrice Simona Colarizi, docente di storia contemporanea all'Università di Roma "La Sapienza", ha accompagnato le persone in sala in un viaggio alle radici delle ragioni dell'intervento dell'Italia nella Prima guerra mondiale.

Ed è proprio questo il senso del ciclo di Lezioni, ossia il piacere della divulgazione storica, che esce dalle stanze degli addetti ai lavori e raggiunge il grande pubblico.

Come fu possibile che una minoranza di interventisti abbia sovvertito la volontà di una maggioranza che non voleva la guerra? Sul filo di questa domanda si è dipanato l'intervento della professoressa Colarizi, indagando le motivazioni dell'intervento, i temi della propaganda ed i suoi protagonisti.

Uno su tutti, ovviamente, il Vate, Gabriele D'Annunzio, poeta che sapeva parlare alla pancia delle masse, grazie alla sua oratoria immaginifica, ma anche molto dura. Come quando, ad esempio, si scagliava contro il Parlamento italiano, definendolo "immonda cloaca", poiché non si risolveva per l'intervento. Poi ci fu il Re Vittorio Emanuele III, che accarezzava il sogno di ricostruire l'Unità d'Italia, portando a termine il percorso iniziato dal nonno.

La dinamica dell'intervento, insomma, è di matrice extraparlamentare, nella quale la stampa ebbe un ruolo importantissimo, soprattutto il Corriere della Sera che, con il direttore Albertini, rivendicò un ruolo della carta stampata di vero e proprio Quarto potere. Si mostra forse per la prima volta nella storia in tutta la sua forza, il ruolo degli opinion maker nell'influenzare il ceto medio e la politica, riempiendo così, nello scacchiere liberale e della borghesia, un vuoto dal punto di vista delle strutture sociali come partiti e sindacati. La piazza, sino ad allora luogo del proletariato, diventa infatti luogo dei liberali. Lo stesso teatro diventa strumento di diffusione del messaggio, tramite i futuristi, attraverso immagini come “guerra sola igiene del mondo” che sapevano colpire soprattutto i più giovani.

Il progetto finale, che accomunava persone e gruppi diversi, era dunque quello di "redimere" Trento e Trieste e, grazie a questo battage propagandistico, riuscì a trovare adepti anche nei parlamentari Giolittiani, puntando su aspetti patriottici e che parlavano al cuore, con ampi richiami al Risorgimento. In questo contesto, dall'altra parte della barricata, la maggioranza silenziosa dei neutralisti resta incapace di farsi valere davanti alla “forza d'urto” degli interventisti. Come mai prima nella storia, la propaganda mostra infatti la sua forza nel persuadere ma anche nel confondere e nel rimestare in sentimenti e credo diversissimi, andando a coagulare forze sociali eterogenee attorno al mito della “guerra giusta”. Poi la parola passò alla Storia.

 

Lezioni di Storia rappresenta un'iniziativa culturale di prestigio, che si avvale della regìa della nota casa editrice di Bari e dei suoi autorevoli relatori, già sperimentata con notevole successo di pubblico in città come Roma, Genova, Milano e Trieste e sostenuta dalla Provincia autonoma di Trento, dall'assessorato alla Cultura con il coordinamento del Servizio attività culturali e condivisa da importanti sponsor privati come Casse Rurali trentine, Cavit, Mediocredito, Dolomiti energia.

Prossimo appuntamento domenica 11 ottobre sempre alle 11 presso il Teatro sociale di Trento con "Caporetto per chi perde, Caporetto per chi vince" con relatore Alessandro Barbero.

Roberto Bertolini

04/10/2015